DOVE SI TROVA
La Madre Speranza giunse nella frazione di Collevalenza, con il consenso del Vescovo di Todi Mons. Alfonso Maria De Sanctis, il 18 agosto 1951, insieme ai primi Figli dell’Amore Misericordioso e ad una piccola comunità di Ancelle. Vi giunse condotta dalla Divina Provvidenza e già consapevole, per grandi linee, di ciò che avrebbe dovuto realizzarvi. Nel suo Diario infatti, in data 14 maggio 1949, si legge di una singolare premonizione: con l’aiuto divino e a prezzo di non pochi sacrifici, ella avrebbe realizzato un magnifico complesso incentrato attorno ad un Santuario dedicato all’Amore Misericordioso del Signore, comprendente anche strutture per l’accoglienza di pellegrini, di infermi e di Sacerdoti. Il tutto al fine di costituire un centro di richiamo per tante anime. Non passò, infatti, molto tempo che, a poca distanza dal paese, si iniziarono ad inaugurare le nuove costruzioni: la Casa dei FAM nel 1953; il Seminario minore nel 1954; la Cappella del Crocifisso nel 1955. Questa medesima Cappella fu poi eretta canonicamente come “Santuario dell’Amore Misericordioso” da Mons. De Sanctis, il 1° ottobre del 1959. Frattanto il futuro dell’Opera andava chiarendosi anche per i Religiosi che stavano a fianco della Madre Speranza come primi discepoli e collaboratori. Un verbale comunitario, datato 28 aprile 1957, attesta:”… La Madre, seguita da alcuni FAM, si reca a vedere un appezzamento di terreno e ci dice molte cose che meritano di essere scritte e tramandate… Collevalenza diventerà qualcosa di grande. Come Lourdes è oggi meta di pellegrinaggi, fonte di tanti prodigi e dovunque conosciuta mentre ieri (la zona della grotta) era una squallida campagna, così domani nell’antico “roccolo” di Collevalenza sorgeranno tante costruzioni, vi sarà un grande Santuario dell’Amore Misericordioso, vi saranno pellegrinaggi e si rinnoveranno prodigi non meno che a Lourdes… Tutto ciò però quando la Madre non sarà più su questa terra”. Benché in queste righe non si parli ancora né di acqua, né di piscine, l’esplicito riferimento a Lourdes fa già intravedere gli sviluppi successivi. Collevalenza diventerà qualcosa di grande… meta di pellegrinaggi, fonte di tanti prodigi… nell’antico “roccolo” di Collevalenza sorgeranno tante costruzioni, vi sarà un grande Santuario dell’Amore Misericordioso, vi saranno pellegrinaggi e si rinnoveranno prodigi… Tutto ciò però quando la Madre non sarà più su questa terra”.
Il Pozzo e le Piscine…..Si può dire che il piccolo paese di Collevalenza, nella sua storia, abbia sempre sofferto per la mancanza di acqua potabile; e in quegli anni il Comune di Todi cercava di supplirvi con erogazioni periodiche a mezzo di autobotti. In questo contesto, la volontà divina in merito al Pozzo e alle Piscine si fece esplicita: si era agli inizi dell’anno 1960. Le circostanze vengono egregiamente descritte dalla Segretaria Generale delle Ancelle: “Nostra Madre ha ricevuto l’ordine di realizzare alcune Piscine per il bagno dei malati e le è stato indicato il punto dove troverà l’acqua necessaria. Nostra Madre, sempre fedele ai comandi di Colui che non sbaglia, né dà ordini in maniera vana, si dispone ad iniziare un pozzo lì dove le è stato detto che troverà l’acqua, cioè a fianco della futura “Basilica dell’Amore Misericordioso”, tra questa e la futura “Casa della Giovane””. Più oltre prosegue: “Al “nemico del bene” urta che si progettino delle piscine per il bagno dei malati (la qual cosa fa ben comprendere come queste piscine produrranno tanto del bene), e contrasta in ogni modo a nostra Madre a causa del pozzo, e la minaccia dicendole che se farà uso della trivella, la romperà; che romperà tutte quelle che verranno portate e non ce ne saranno a sufficienza in tutta l’Umbria”. E in effetti l’escavazione del Pozzo fu, a dir poco, snervante sia per la profondità che si dovette raggiungere (122 metri), sia per la serie, umanamente inspiegabile, di complicazioni meccaniche e tecniche che si verificarono; per la Madre Speranza, poi, si aggiunsero numerose vessazioni del maligno. I lavori dell’intero progetto durarono precisamente 10 mesi: dal 1° febbraio al 1° dicembre del 1960, giorno in cui fu istallata sull’apposita colonna la statua in marmo di Maria Mediatrice…. “Maria Mediatrice di grazia e Madre di Misericordia rappresenta l’ideale più alto dell’amore che ascoltando crede, e credendo spera che l’amore è più forte della morte. Portando a Dio tutti i suoi figli di adozione genera pienamente Dio nel cuore degli uomini: essa gli presenta a Dio e presenta Dio agli uomini” Maria Mediatrice, col giglio sul petto e con le braccia aperte in atteggiamento d’implorare misericordia dal suo divin Figlio. Maria ha accolto nel suo cuore immacolato Gesù, significato nell’Ostia posta sul giglio. Fin dal seno materno Gesù nutriva il desiderio ardente di sacrificarsi per noi, perché entrando nel mondo si rivolge al Padre suo con queste parole: “Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà” L’Ostia sul seno di Maria indica il dono eucaristico di Gesù ed invita anche noi alla stessa oblazione. Maria Regina è piena di Spirito, schiacciando il capo del Maligno: è segno di sicura speranza della vittoria dell’Amore Misericordioso di Dio sul male del mondo . Si iniziò la perforazione del Pozzo con una trivella a mano, azionata da uno dei Religiosi, con la quale si raggiunse la profondità di 9 metri. Successivamente, ai primi di marzo, si conferì l’incarico all’impresario locale Giuseppe Salici il quale, dopo aver anch’egli adottato una trivella (spezzatasi a 12 metri di profondità), proseguì fino a 23 metri realizzando un “pozzo romano”. Non potendo proseguire oltre con tale tecnica, ai primi di aprile, ci si accordò finalmente con una ditta specializzata, per la perforazione di un pozzo artesiano: la ditta Guido De Togni di Isola della Scala (VR). Quando il dubbio iniziava già a serpeggiare anche in casa e i commenti di molti all’esterno si facevano malevoli, nel pomeriggio del 6 maggio, la sonda di perforazione, dopo essere rimasta incagliata in profondità per più di un’ora, finalmente incontrò un’abbondante falda acquifera, a 92 metri: fu una vera liberazione! In quella occasione la Madre Speranza, andata in estasi presso il Pozzo, pronunciò parole di commosso ringraziamento e di fiduciosa implorazione. Altre falde acquifere furono poi trovate a 114, 120 e 122 metri. Meno problematica, invece, fu la realizzazione delle Piscine, progettate dall’architetto Julio Lafuente, e la sistemazione dell’area circostante: gettate le fondazioni il 22 agosto, tutto fu ultimato per il 1° dicembre dei quello stesso anno. ..Le finalità dell’Acqua del Santuario:< La risposta più autorevole, probabilmente, ci viene dalla “pergamena” che il giorno 14 luglio 1960 fu gettata con apposito contenitore in fondo al Pozzo, durante una sobria cerimonia a metà circa dei lavori. Si tratta di parole ricevute dalla Madre Speranza durante un’estasi del 3 aprile precedente, aventi fin dall’intestazione un valore particolarmente ufficiale. Dice il testo:
“Decreto. A quest’acqua e alle piscine va dato il nome del mio Santuario. Desidero che tu dica, fino ad inciderlo nel cuore e nella mente di tutti coloro che ricorrono a te, che usino quest’acqua con molta fede e fiducia e si vedranno sempre liberati da gravi infermità; e che prima passino tutti a curare le loro povere anime dalle piaghe che le affliggono per questo mio Santuario dove li aspetta non un giudice per condannarli e dar loro subito il castigo, bensì un Padre che li ama, perdona, non tiene in conto, e dimentica”
“Usa quest’acqua con fede e amore, sicuro che ti servirà di refrigerio al corpo e di salute all’anima”.
Le finalità taumaturgiche di quest’Acqua e la sua interdipendenza con l’azione pastorale del Santuario sono parimenti espresse nella “Preghiera per il Santuario”, composta dalla stessa Fondatrice: “… Benedici, Gesù mio, il tuo grande Santuario e fa che vengano sempre a visitarlo da tutto il mondo: alcuni a domandarti la salute per le proprie membra straziate da malattie che la scienza umana non sa curare; altri a chiederti perdono dei propri vizi e peccati; altri, infine, per ottenere la salute per la propria anima annegata nel vizio… E fa, Gesù mio, che vengano a questo tuo Santuario le persone del mondo intero, non solo col desiderio di curare i corpi dalla malattie più strane e dolorose, ma anche di curare le anime dalla lebbra del peccato mortale e abituale“. Ulteriori precisazioni sulle finalità dell’Acqua ci vengono da altre parole della Madre Speranza. Il 6 febbraio del 1960, quando ancora si era ai primi tentativi di perforazione del Pozzo, partecipando ad un atto comunitario con i suoi Religiosi, così illustrò loro gli scopi dell’Opera: “La Madre… prende occasione per dirci che nell’orto si dovrà trovare l’acqua e che questa dovrà alimentare le Piscine dell’Amore Misericordioso; che a quest’acqua il Signore darà il potere di curare dal cancro e dalla paralisi, figure delle anime in peccato mortale e in peccato veniale abituale“. Questi concetti tornano, ancor meglio sviluppati, nell’estasi avuta presso il Pozzo il 6 maggio, giorno del rinvenimento della prima falda acquifera:
“… Ti ringrazio, Signore! Dà la forza a quest’acqua di guarire il cancro e la paralisi, uno figura del peccato mortale e l’altra del peccato abituale… Il cancro uccide l’uomo, lo disfa; la paralisi lo rende inutile, no lo fa camminare… Dà all’acqua la virtù di far guarire i malati, i malati poveri che non hanno mezzi, anche con una sola goccia d’acqua… Sia quest’acqua la figura della tua grazia e della tua misericordia“.
La apertura ufficiale delle Piscine; Benché nel novembre del 1960 fosse ormai tutto pronto (Pozzo, Piscine e persino il personale sanitario) la Provvidenza volle che l’uso delle Piscine fosse consentito solo dopo una attesa lunga di 18 anni.
“la fede della Madre, l’immolazione della sua obbedienza, il suo pieno abbandono al mistero della divina volontà”.
Furono certamente ispirate, a questo proposito, le considerazioni fatte in quei giorni da Mons. Norberto Perini, arcivescovo di Fermo, che era di passaggio a Collevalenza: “(Egli) conferisce con la Madre e la esorta ad aver tanta fiducia e perseveranza perché l’opera del Santuario e delle piscine, essendo un’opera di Dio, se pure attraverso difficoltà e sofferenze, deve andare avanti e il Signore stesso si incaricherà di rimuovere gli ostacoli e superare le difficoltà”.
E infatti, con lettera del 19 novembre 1978, il Vescovo di Todi Mons. Decio Lucio Grandoni concedeva il permesso dell’uso delle Piscine a decorrere dal 1° marzo dell’anno successivo. La lettera si chiudeva con questo auspicio: “Confido con questo atto, che pongo nelle mani di Cristo Re, di aver corrisposto alla volontà divina“. I 18 anni di attesa non furono certamente inoperosi. In essi si poterono completare tutte le altre strutture del complesso: la Casa della Giovane nel 1962; la nuova Basilica nel 1965; la Casa del Pellegrino nel 1967; la Casa per gli Infermi nel 1973. E l’Acqua del Santuario, che nel frattempo veniva regolarmente attinta a livello “privato”, iniziò subito a svolgere la sua azione taumaturgica.
Un segnale di Dio :Il pozzo si illuminò all’interno, per un paio di minuti, cosicché tutti poterono vedervi dentro, chiaramente, fino al fondo. Si scorse anche un rigagnolo fangoso che da una certa altezza si riversava sull’acqua sottostante rendendola torbida. E’ possibile vedere in questa circostanza davvero singolare una sorta di “segno catechetico”? Probabilmente, sì. Anche il “pozzo del dolore” che generalmente è oscuro e melmoso può rischiararsi e purificarsi: questo può avvenire o attraverso un pieno ristabilimento, frutto dell’onnipotenza divina, o attraverso una serena ed esemplare accettazione del proprio male, fino a far propria l’eroica espressione della Madre Speranza: “Ti ringrazio, o Signore, che mi hai dato un cuore per amare e un corpo per soffrire”..
Questa, dunque, sembra essere la missione assegnata dalla Divina Provvidenza all’Acqua e alle Piscine del Santuario:
illuminare “il pozzo della sofferenza
“ con la luce radiosa della grazia o, addirittura, con la luce sfolgorante di una piena guarigione,”
cosicché anche il malato possa sentirsi, in ogni caso, oggetto delle predilezioni dell’Amore Misericordioso del Signore.
1 febbraio 1960 Nell’orto, nel terreno che resterà tra la Basilica e la Casa della Giovane, la Madre fa iniziare la trivellazione di un pozzo per trovare acqua.
6 febbraio 1960 La Madre, a colloquio con i Padri, prende occasione per dire che nell’orto si dovrà trovare l’acqua e che questa acqua dovrà alimentare le Piscine del Santuario dell’Amore Misericordioso, che a questa acqua il Signore darà il potere di curare dal cancro e dalla paralisi, figure delle anime in peccato mortale e nel peccato veniale abituale.
4 marzo 1960 Alle ore 11,45 si è spezzata la trivella mentre lavorava a circa 12 metri di profondità. La Madre si era portata sul posto per pregare lì e scongiurare dal Signore la rottura della trivella. Il Signore ha permesso ugualmente che la trivella si rompesse e allora la Madre ha acconsentito a non proseguire più con le trivelle ma a fare direttamente un pozzo romano.
5 marzo 1960 Salici Giuseppe inizia la realizzazione di un pozzo romano per la ricerca dell’acqua.
30 marzo 1960 Alle 9,45 si cava la prima acqua dal pozzo: è presente anche la Madre. I muratori (sono circa a 22 metri) ne mandano su una prima bottiglia di un litro:
7 aprile 1960 Non essendo più possibile proseguire il pozzo romano e nonostante il risultato negativo dei rilievi fatti mediante apparecchi elettrici da cui risulta che non c’è acqua nel terreno dalla Madre indicato, la stessa Madre vuole che si stipuli un contratto con la Ditta De Togni Guido di Isola della Scala (Verona) per una trivellazione sul posto.
8 aprile 1960 Arriva la prima macchina di trivellazione della Ditta De Togni, montata su un camion Dodge, guidato dal capo-sonda Bruno Benfatti, pure lui di Isola della Scala.
6 maggio 1960 Acqua nel pozzo per le Piscine, a 92 metri di profondità. La Madre sta pregando, piuttosto preoccupata perché la sonda è restata impegnata in fondo al pozzo, a circa 90 metri di profondità. La Madre dice alla Superiora di salire dalle suore e invitarle a pregare un Trisagio secondo l’intenzione della Madre (perché cioè si potesse disimpegnare la sonda); il padre Gino da disposizioni che tutti i ragazzi vadano in Chiesa a pregare un Trisagio per la stessa intenzione. Alle tre e cinquanta si va tutti in Chiesa e si prega il Trisagio. Alla fine del Trisagio si riesce a liberare la sonda e a riportarla alla superficie in modo da riprendere il lavoro. Verso le ore 17 lo stesso capo-sonda corre in casa a portarci la notizia di aver trovato tanta acqua a 92 metri; tanta che la sonda ha avuto un rientro di circa tre metri.
19 maggio 1960 Alle 10,45, a 114 m. di profondità si trova ancora tanta acqua che causa il “rientro” della sonda per circa tre metri; la nuova falda è molto più forte delle precedenti.
14 giugno 1960 Difronte a nuove difficoltà nella sistemazione del Pozzo, la sera verso le 6 la Madre ci dice che ha promesso tre serie di Messe Gregoriane alle Anime Sante se entro la giornata di domani saranno superate le difficoltà.
15 giugno 1960 Senza fatica tutto procede regolarmente.
17 giugno 1960 Si cominciano le tre serie di Messe Gregoriane; una per le Anime Sante del Purgatorio; una seconda per il Religioso più bisognoso di suffragi; e la terza per l’Anima più bisognosa di suffragi.
22 agosto 1960 Si gettano le fondazioni delle piscine, che saranno costruite su disegno dell’Arch. Lafuente. Al pozzo si è costretti di nuovo a ricavare la pompa e le camicie da 305 perché risultano di nuovo impegnate. La Madre parla di un’altra sorgente più in basso dei 122 m. e un po’ laterale. Sua Eminenza il Card. Luigi Traglia visita il Santuario e si interessa del pozzo, delle piscine, di tutto.
14 settembre 1960 Esaltazione della Santa Croce: alle 9,30, presenti la Madre, Madre Ascensione, Suor Sacrario, Padre Straffi, Padre Luigi e Ferruccio, d’improvviso il pozzo si illumina all’interno e tutti possono vedere fino in fondo, chiaramente: tubi, acqua, fondo del pozzo, sistemazione del ghiaietto, ecc. Più alto del pozzo senza camicia, quindi prima dei 73 metri, esterno alla camicia stessa, si vedeva scolare un rigagnolo di acqua torbida che andava ad infangare l’acqua della sorgente.
Ferruccio Bordacchini in una lettera del 15/9 così descrive il fatto: “… Vi faccio sapere che ieri alle ore 9 e 30 circa ero nel pozzo io, la nostra Madre, Madre Ascensione che sarebbe la sorella della Madre, un’altra Suora, Padre Luigi e P. Mario Straffi. In un certo momento mentre stavamo parlando cose del pozzo, la Madre prima ha guardato nel pozzo e alla profondità di 80 metri abbiamo venduto tutti l’acqua con il fondo del pozzo, tutto illuminato come se in fondo ci fosse una grande lampada che chiaro fino alla cima, questo chiaro è durato per circa due minuti poi tutto buio come sempre.
Creda pure caro Fratello io sono rimasto tanto impressionato, mi era preso un tremore che non potevo calmarmi, una grande emozione, perché una cosa simile non l’ho mai veduta, un miracolo vero e proprio. Siamo rimasti, quelli che eravamo lì, tutti sbalorditi…”.
29 settembre 1960 La Madre mostra la sua preoccupazione per la organizzazione delle piscine; perché non debbano lamentarsi gravi inconvenienti serviranno per il personale alcune persone di tanta serietà e di tanta fiducia; in un primo momento è assolutamente indispensabile un medico e almeno un infermiere e una infermiera. Il medico dovrà assumersi la responsabilità di chi possa mettersi nelle piscine.
2 ottobre 1960 La Madre manda alcuni Padri in Alta Italia per cercare qualche medico, infermiere e infermiera per le piscine: al CUAMM di Padova (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari), Milano presso l’ALAM (Associazione di Laici in Aiuto alle Missioni) e presso la Scuola Convitto Professionale per Infermiere (a Milano-Niguarda). Da tutti ricevono buone speranze e l’assicurazione che nel breve giro di pochi giorni avrebbero dato conferma o meno.
13 novembre 1960 La Madre chiama il Dr. Albino Frongia e gli dà ordini per la sistemazione della zona delle Piscine. Urge affrettare la consegna ultimata dei lavori. Da Carrara potrebbero arrivare la Statua di Maria Mediatrice, il Crocefisso e la Fontana per il giorno 29 c.m. Il muro che reggerà il Crocefisso dovrà essere lungo dalla fine delle piscine fino al muro in mattoni che delimita la nostra proprietà; lì ci verrà il cancello di chiusura, oltre il quale non potranno passare le macchine.
14 novembre 1960 Si iniziano le fondazioni della colonna per la Statua di Maria Mediatrice.
15 novembre 1960 Da Fermo viene l’Ecc.mo Arcivescovo Mons. Norberto Perini; si interessa del pozzo e delle piscine; conferisce con la Madre e la esorta a tanta fiducia e perseveranza perché l’opera del Santuario e delle piscine, essendo un’Opera di Dio, se pure attraverso difficoltà e sofferenze, deve andare avanti.
30 novembre 1960 Trasportate da un camion con rimorchio, arrivano da Carrara le Statue di Maria Mediatrice, il Crocefisso, la Fontana, le strisce dei Dieci Comandamenti. La statua di Maria Mediatrice, alta tre metri, è stata offerta dalla Comunità della Casa Generalizia eam di Roma; il Crocefisso dalle Comunità delle Case di Spagna; la Fontana e i quattro Mosaici, che verranno sistemati all’interno delle Piscine, dalla Comunità delle Suore della Casa di Collevalenza.
1° dicembre 1960 Con una gru semovente della Rapida di Terni si colloca la statua della Madonna sulla colonna. La statua pesa circa 4 tonnellate. La Madre si mette gravissima per tre collassi cardiaci.
PREGHIERA PER I MALATI CHE SI IMMERGONO NELLE PISCINE
Signor mio e Dio mio,
per il tuo amore e per la tua misericordia,
guarisci noi che siamo tuoi figli
da ogni malattia, specialmente da quelle
che la scienza umana non riesce a curare
e fa che con il tuo aiuto
conserviamo sempre pura
la nostra anima da ogni peccato grave.
Per fare un retto uso dell’Acqua del Santuario di Collevalenza, occorre considerare bene i suoi significati spirituali e le ragioni per le quali la Divina Provvidenza ce l’ha donata per mezzo di Madre Speranza. In relazione alla storia del Pozzo che si trova a fianco della Basilica dell’ Amore Misericordioso, occorre sapere che: Madre Speranza ne volle fermamente la realizzazione non per iniziativa propria, ma per una chiara ispirazione di carattere soprannaturale. La perforazione del Pozzo fu eseguita nell’anno 1960; la prima falda acquifera fu trovata a 92 metri; le altre a 114, 120 e 122 metri. L’edificio che ospita le Vasche per l’immersione dei malati è stato realizzato nello stesso periodo e fa parte del medesimo “progetto”.Per comprendere le finalità del Pozzo e delle Vasche, bisogna tener conto di ciò che Madre Speranza ha dichiarato a questo proposito: Lei ha assicurato che per mezzo di quest’Acqua si rinnoveranno prodigi, cioè si opereranno guarigioni da “gravi infermità”, anche incurabili. E tra queste “malattie che la scienza umana non sa curare”, lei ha nominato espressamente
“la paralisi, il cancro, la leucemia”.
In questo senso, l’Acqua del Santuario va considerata come un segno della Grazia e uno strumento della Misericordia del Signore.
La speciale funzione di quest’Acqua è strettamente collegata con il messaggio spirituale proclamato presso il Santuario :Il Signore vuole risanare anche da malattie incurabili per farci capire che la Sua Misericordia può guarirci da ogni forma di infermità spirituale.
Egli, infatti, ci risana dal “peccato veniale abituale” che è come una paralisi che ci blocca e non ci fa camminare sulla via del bene.
E ci cura, inoltre da ogni genere di “peccato mortale” che è come un cancro che ci corrode dal di dentro e ci distrugge.
Stando così le cose, occorre seguire alcune indicazioni sul modo con cui adoperare quest’Acqua, per valorizzarla al meglio:
Prima di domandare la guarigione del corpo, occorre “curare le piaghe dell’anima”, ricorrendo ai Sacramenti presso il Santuario, dove ci attende il “Padre che perdona, dimentica e non tiene in conto”.
L’Acqua va utilizzata “con molta fede e fiducia”, sostenendo la richiesta di guarigione con la preghiera, in particolare con la “Novena all’Amore Misericordioso”, composta dalla stessa Madre Speranza.
E qualora la volontà di Dio disponesse in modo diverso rispetto alle richieste fatte, occorre aprirsi ad una serena accettazione della propria sofferenza, in unione alla passione del Signore.
Il discernimento dell’Autorità Ecclesiastica.
Vista l’assolutà particolarità dell’argomento, è necessario anche tener conto del giudizio espresso dall’Autorità Ecclesiastica:
All’inizio essa è stata molto prudente, fino a sospendere formalmente l’utilizzo delle Vasche per l’immersione dei malati.
Questo periodo di discernimento si è prolungato per più di diciotto anni, dal novembre del 1960 al marzo del 1979.
Oggi, l’Autorizzazione della Chiesa a svolgere questa particolare forma di apostolato è certamente una garanzia ulteriore per tutti.
Preghiera per il Santuario:
Fa’, Gesù mio, che vengano a questo tuo Santuario le persone del mondo intero, non solo col desiderio di curare i corpi dalle malattie più strane e dolorose, ma anche di curare le anime dalla lebbra del peccato mortale e abituale. Aiuta, consola e conforta, o Gesù, tutti i bisognosi; e fa’ che tutti vedano in Te non un Giudice severo, ma un Padre pieno di amore e di misericordia, che non tiene in conto le miserie dei propri figli, ma le dimentica e le perdona.