Che pena vedere tante re
30 settembre 1959 – La Madre si rivolge ad un gruppo di pellegrini malati che hanno visitato il Santuario; una trentina sono in carrozzella e sono accompagnati da alcuni volontari che hanno consacrato la vita alla loro assistenza.
Il testo che riportiamo è trascritto dalla viva voce della Madre Speranza.
… dico a quanti stanno soffrendo moltissimo: figli miei, auguri! … io vi invidio perché il Signore vi chiama alla santità e ad essere vittime di espiazione; approfittate di questo dono per giungere alla santità che Lui vuole da voi.
Vi confesso di essere gelosa di voi e di tutte quelle anime che soffrono. Figli miei, non considerate il dolore come una croce, ma come un dono di Dio e approfittatene. È lui, il Signore, che vi prova e vi chiama alla santità; siate generosi soldati di Cristo nel dolore e nella sofferenza, anche se paralizzati.
Figli miei, è meraviglioso soffrire con gioia per nostro Signore! Quando vedo un’anima che soffre, che non può muoversi, che a causa della sua malattia, non può far nulla, ma ha solo il cuore libero per dire: “Signore, voglio amarti”, io provo invidia e soffro, perché vorrei essere come loro.
Coraggio, figli miei, coraggio! Soffrite con gioia e lodate il Signore. Intercedete per la pace; pregate per le famiglie in difficoltà, per tante mamme che soffrono nel vedere i propri figli che non possono muoversi; pregate perché la devozione all’Amore Misericordioso si diffonda nel mondo intero e perché nelle famiglie regni l’amore e la vera pace che scaturisce dall’amore di Dio. Auguri, figli miei, auguri! Approfittate della prova, figli miei! Ora vi darò la rivista “L’Amore Misericordioso” e la darò a quelli che non la possono pagare…
Io sono la portinaia del Signore e voi dovete pregare, perché ogni giorno sappia presentare bene al Signore tutte le necessità che le persone mi affidano e ottenere da Lui tutto ciò di cui le famiglie hanno bisogno. Pregate perché io sia una portinaia fedele al Signore e faccia sempre ciò che Lui vuole.
Figli miei, voi che soffrite dite così al Signore: “Signore, aiuta la Madre”; non perché io abbia più salute, ma per fare sempre la sua divina volontà. Non desidero altro che fare la volontà del Signore, essere la sua portinaia per presentargli tutte le necessità che le famiglie mi confidano e poter ottenere da Lui le grazie di cui hanno più bisogno.
Le famiglie soffrono molto, non per la malattia come voi, ma per i fatti e gli avvenimenti della vita… Voi conoscete la follia e lo squilibrio che oggi regna, chi tira da una parte e chi dall’altra e oggi le famiglie sono una disgrazia… un disastro…
Poco tempo fa un bambino mi ha detto che voleva parlarmi da solo; gli ho domandato: che ti succede, figlio mio? Madre, a casa mia, babbo se ne va di casa, mia mamma sta truccandosi continuamente… sono tornato a casa con la pagella e ho detto a mia mamma: mamma, guarda i miei voti! mi ha risposto: “lasciami, debbo truccarmi…” l’ho detto a mio papà e mi ha risposto: “adesso non posso, debbo partire…” allora l’ho messa al collo del cane dicendogli: tienimela tu, perché qui nessuno vuole conoscere i miei risultati! Avete capito? ha dovuto metterla al collo del cane, perché la mamma doveva farsi bella, il padre doveva uscire e il figlio che andava dall’uno all’altra con la pagella… Che pena!
Ecco come sono oggi le famiglie, un disastro e i figli soffrono… Voi che siete stati chiamati dal Signore come vittime di espiazione con la malattia, pregate perché il Signore conceda alle famiglie l’unione, la pace e le aiuti a vivere sane e cristiane. Pregate il Signore per tale intenzione e anche per questa povera “portinaia”, perché possa fare sempre la volontà di Dio. (El Pan 21, 1-9)
Fammi iniziare questo anno nuovo come piace a Te e che il mio cuore non intraprenda nessuna simpatia disordinata per una creatura, ma il mio amore sia solo e sempre per Te. Che col tuo amore e unita a Te possa aiutare quelli che soffrono, sia sempre disposta al sacrificio e pronta a darti quanto mi chiedi, così come posso. Oggi col ricamo, Signore, fa’ che io renda quanto devo. Domani con i malati o con i poveri pellegrini che verranno al tuo Santuario… fa’ che possa diffondere l’odore del buon esempio per aiutarli a camminare nella via della santità, a migliorarsi e unirsi a Te. Questo, Signore, devo farlo solo col mio buon esempio, giacché non posso farlo per capacità o intelligenza. (El Pan 21, 275; 4.1.1965)
Che i poveri vengano a mangiare, i malati a curarsi, i sofferenti perché si preghi per loro e che noi, Ancelle dell’Amore Misericordioso siamo sempre disposte a servire e ad alleviare ogni bisognoso. (El Pan 21, 717; 4.8.1965)