Buongiorno, Padre mio,
è quasi l’alba ed io, mi giro e rigiro nel letto, e penso a mille cose, a mille pensieri e persone… Dormono tutti, da lontano, si sentono solo rumori di macchine di persone che vanno a lavorare…. Che Silenzio… Il silenzio è la spiegazione di ogni cosa, il silenzio dà il via ai mille pensieri, ma dà anche l’occasione agli occhi di ammirare di più le cose. Da l’occasione di vedere il mondo, le persone e tutto ciò che ci circonda con il solo uso dello sguardo…Gli occhi sono lo specchio dell’anima, emanano una luce o una tristezza. In questo momento, i miei occhi stanno ammirando l’alba e lo splendore dei colori del cielo infinito…Infinito… che bello questo aggettivo, ha un significato bellissimo, non trovate anche voi? Dio è l’infinito!! Si, Padre, Tu sei l’infinito perché non hai limiti, non puoi essere misurato anche se, spesso cerchiamo invano di farlo.
Oggi è il mio 36esimo compleanno, sono 36 anni + 9 mesi che sei con me ed io, non me ne sono mai accorta, o meglio solo ora ho elevato il mio sguardo e il mio cuore a Te… Approfitto di questo mio scritto per dirti grazie… grazie per avermi dato l’opportunità di amarti, di amarmi, di avermi fatto capire (anche se a modo tuo) il bene e il male, grazie per avermi fatto perdere, perché solo in questo modo avrei capito il vero valore del Dio Infinito. Lo sai? non ti offendere però, mi piace chiamarti di più Padre Mio che Dio… Padre mi esce spontaneo, mi è familiare è un termine che sento mio … Perché tu, sei mio! Quando mi dicevano tutti di pregare o mi regalavano le immaginette o qualsiasi cosa che riguardava voi di lassù, io facevo del tutto per scacciarvi, per mandarvi via… non avevo capito, ancora, che sei l’Infinita Speranza… Sei l’Infinito….Infinito come il bene che ci dai… Che bella cosa che Sei, Padre! Eppure noi non abbiamo preso di te.. siamo a tua immagine e somiglianza, scrive la Bibbia, ma non ti assomigliamo per niente. Quante volte ho provato invano a descriverti, o meglio, ad immaginarti; l’unica cosa con cui riesco a paragonarti, ecco questo termine credo che sia adeguato, è “il Vento!”, perché ho pensato che ogni volta che tira il vento, ci tocca, ci spettina, ci dondola, ci accarezza…. Ecco ho pensato che forse sei tu che hai bisogno di accarezzarci… E, ad un’altra cosa ti ho paragonata: al “Sole” perché è l’unica cosa che scalda, e ho pensato che tu l’hai creato per scaldare i nostri cuori duri, renderli più amabili…
Penserete che sono stupida, ma visto che questa cosa l’ho pensata e la penso non serve a nulla tenerla per me, chissà forse troverò qualcuno che avrà la mia stessa immaginazione…. Ecco Padre, per me, tu sei il vento e il Sole…. Allora stamattina hai bisogno di accarezzarci, perché fuori tira un ventaccio forte… Aspettami che appena finisco di scriverti vengo fuori a prendermi una tua carezza… ne ho tanto bisogno lo sai? Anzi, per essere del tutto sincera, stamattina non vorrei essere qui, vorrei essere trasparente e vorrei volare senza meta come fanno i gabbiani… Tu conosci i miei pensieri più intimi, le mie paure, i miei incubi, i miei sogni, e so, che non puoi darmi nessun consiglio, allora ti chiedo di aiutarmi a superare, anche questa volta, quest’ostacolo grande, aiutami ad avere forza, determinazione, coraggio, perché sto crollando… Dammi sempre la Speranza, anche solo attraverso un sorriso di chi mi sta accanto (perché sai che per me il sorriso è la speranza)…
Ed infine mandami il tuo Santo spirito affinché io non possa mai più dubitare di te, affinché io riesca ad essere una buona catechista, affinché io possa essere una buona discepola…
Grazie, Padre mio, per il dono di questo nuovo giorno, e lo splendore di questo cielo infinito.
Aspetta, mi è venuta in mente una poesia che ho portato agli esami di maturità, e questa ci sta proprio bene e credo che si può aggiungere a questo mio umile pensiero: “L’INFINITO” di G. Leopardi.
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e rimirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare
Ora, si è fatto giorno e non voglio più annoiarti con questi miei pensieri, credo che tu hai altro da fare…. Ascolta tutte le nostre preghiere e aiutaci a comprendere la tua volontà ma soprattutto ad accettarla…. Santa Giornata, Padre….
Serena