Il Signore, che ha pagato per tutti i nostri peccati, conosce bene la nostra fragilità, la nostra vulnerabilità, il nostro egoismo, la nostra incostanza nel bene e sa che non siamo sempre fedeli alle promesse, che facilmente siamo illusi dal luccichio delle cose umane e i buoni propositi iniziali sfumano come nebbia al sole.
Per questo motivo ha messo lungo il percorso della nostra vita, dei, chiamiamoli “rianimatori”, capaci, se usati bene, di permetterci di proseguire il cammino, rinforzati e di realizzare il progetto che Dio ha su di noi.
Questi punti di soccorso, come quelli che trovano i ciclisti lungo il loro percorso, si chiamano SACRAMENTI: Essi ci accompagnano dalla nascita alla morte.Il primo lo troviamo fin dai primi giorni di vita e si chiama BATTESIMO: vera immersione nella grazia, capace di farci rinascere spiritualmente.Ogni bimbo che viene su questa terra, spiritualmente parlando, nasce come un aborto: vivo fisicamente, morto spiritualmente. Come mai? Eppure nel grembo materno è sceso lo Spirito Santo ad infondergli l’anima, un’anima pura, vitale, venuta dal Cuore di Dio! Come mai lo troviamo morto? Cosa è successo?La stirpe umana ha ereditato un germe mortale dai nostri progenitori, che vollero conoscere il bene e il male, volendosi equiparare a Dio. Questo germe ognuno di noi lo contrae e lo trasmette diremmo “geneticamente” in senso spirituale. Questo germe mortale si chiama PECCATO ORIGINALE. I nostri progenitori, per quella scelta sbagliata, si sarebbero giocato l’immortalità nella gloria, se Dio, che ama di amore perfetto, che ben possiamo dire AMA DA DIO, non avesse avuto compassione di loro e non si fosse inventato il perdono e per soddisfare la giustizia divina e non avesse pagato Lui stesso il prezzo del riscatto, sacrificando suo Figlio.
Quando Dio decise di salvarli e di salvarci, si riaccese la speranza. Egli promise che un’altra donna avrebbe vinto la tentazione diabolica e avrebbe obbedito a Dio e il Figlio di Lei avrebbe salvato l’umanità dalla dannazione eterna.
Questa promessa si è realizzata nella pienezza dei tempi, in Maria di Nazareth, umile fanciulla, desiderosa solo di servire Dio. A Lei l’arcangelo Gabriele annunciò il concepimento e la nascita del Figlio di Dio.
E’ stata una nuova creazione con due nuove creature, legate fra loro non dal vincolo nuziale ma da quello materno che è un vincolo di amore misericordioso, che più di quello nuziale permette alla donna di entrare empaticamente nelle sofferenze del figlio, e Maria, che doveva riparare il peccato di Eva, doveva partecipare alla riparazione del Figlio.
Quando, al sì di Maria, si è realizzata la promessa, per opera dello Spirito Santo, l’umanità e la divinità si sono unite nel suo seno, in una fusione amorosa.
Gesù viene alla luce senza ledere la verginità della Madre, nel rudere abbandonato dell’antica casa di Davide. Gli angeli annunziano gloria a Dio e pace in terra, ma poi tutto tace. Gesù è un bambino normale, che ha bisogno di latte materno e d’amore. Maria e Giuseppe lo portano al Tempio e gli pongono il nome di Gesù. Simeone profetizza su questo bimbo e su Maria, Il cuore della mamma trepida ma poi ancora silenzio fino all’arrivo dei Magi e alla follia di Erode. Avvisati dal cielo mettono in salvo il Bambino e fanno vita da extracomunitari in terra d’Egitto per alcuni anni. Sempre per avviso celeste tornano a Nazareth e qui ancora silenzio fino all’età di dodici anni, quando il Fanciullo viene portato al Tempio per l’esame della maggiore età e, senza avvisare i genitori, inizia la sua missione ascoltando e interrogando i sacerdoti del tempio. Tre giorni di agonia per Maria e Giuseppe e poi il ritorno a Nazareth e il giovanetto era sottomesso, come ogni figlio, all’autorità dei genitori. Fa vita normale, santificando la quotidianità e dando esempio di laboriosità e di impegno, vivendo relazioni parentali e di amicizia come ogni giovane nel suo ambiente, rispettando regole ed usanze. In questo periodo vive anche il lutto di Giuseppe e la vedovanza della Mamma e, secondo le leggi del tempo, prende le sue responsabilità per provvedere alla famiglia. In tutto questo non si scosta dall’ordinario, anche se l’ordinario era vissuto, sicuramente, in maniera straordinaria, per l’amore che circolava tra loro.
Ma arriva la piena giovinezza e anche se a dodici anni, divenuto figlio della legge aveva era tornato alla normalità, a trent’anni non può più tardare: deve interessarsi delle cose che riguardano il Padre Suo e queste sono:
l’annuncio delle verità divine, la buona novella,
la fondazione della Chiesa,
l’istituzione dei doni di grazia di cui la Chiesa avrebbe vissuto e poi
l’opera della redenzione, consegnando il suo corpo in riscatto per tutti noi.
Perciò, sia pure con dolore, lascia la Mamma e si porta al Giordano dove Giovanni stava Battezzando. Qui riceve il battesimo dello Spirito e il mandato ufficiale del Padre per iniziare la sua missione: Mentre Giovanni versa l’acqua sul capo di Gesù, il Padre, dall’Alto, dichiara che è il suo Figlio diletto e lo Spirito Santo lo investe.
E’ il mandato ufficiale, ma è anche l’istituzione del Battesimo per noi e quindi del nostro mandato ufficiale. Anche noi, nel Battesimo saremo chiamati per nome da Dio per mezzo del sacerdote, anche noi saremo lavati dall’acqua e dallo Spirito Santo, che ci farà risuscitare come figli di Dio. a noi. Sembra che Gesù sta pensando a sé e invece sta già pensando
La Chiesa stabilisce che questo sacramento sia ricevuto dai bambini nella fede dei genitori, per la grande importanza che questo sacramento riveste e perché il tempo dell’innocenza infantile sia protetto e santificato dallo Spirito Santo, che apre l’anima alla conoscenza di Dio.
FANCIULLEZZA
Nella fanciullezza, primavera della vita, quando il sentimento religioso è puro, il fanciullo viene preparato all’incontro con Gesù nelle specie eucaristiche. Il giorno della Prima Comunione, viene considerato da tutti il giorno più bello della vita. Il fanciullo forse non comprende ancora l’Eucaristia, ma impara a camminare con Gesù, aiutato anche dal sacramento della CONFESSIONE O RICONCILIAZIONE, che lo aiuta a tenere sotto controllo i suoi atti, imparando a scegliere quelli buoni e rifiutare quelli cattivi, aiutato da:
Famiglia responsabile e coerente
Scuola, maestra di educazione al vivere civile e
Chiesa luogo dell’incontro con Dio e con i fratelli.
ADOLESCENZA
Giunta l’adolescenza, momento del risveglio emotivo, della crescita fisica, dell’intelligenza critica. Il Signore, per mezzo della Chiesa, offre il Sacramento della Cresima, che è il sacramento della maturità cristiana, che accompagna e guida la maturità umana. Man mano che il ragazzo si rende responsabile delle sue azioni e prende coscienza della sua vocazione e missione, comincia ad impegnarsi attivamente anche nelle varie mansioni minori della Chiesa: Chierichetto, cantore, aiuto catechista, animatore di gruppi giovanili, inserimento in gruppi di crescita cristiana.
E tra queste attività, sotto l’azione dello Spirito Santo, che è sceso su di lui in pienezza, l’adolescenza passa serena tra scuola, sport, attività ecclesiali.
GIOVINEZZA
Man mano che si va avanti negli anni nascono i primi interessi per l’amicizia, per l’altro sesso, i primi amori. E la vita, resa interessante dalla novità che scopre giorno dopo giorno, comincia a porre i suoi interrogativi:
Che voglio fare nella vita?
In quale strada mi sento chiamato?
Che vuole Dio da me?
La scuola prepara per l’attività professionale, la famiglia orienta a fare scelte responsabili, la Chiesa offre gruppi giovanili che sotto la giuda di persone esperte, affrontano questi problemi, e cercano anche di evangelizzare la cultura, che non sempre offre orizzonti sani ai giovani, proprio perché i giovani possano con più facilità fare discernimento e indovinare la propria strada e inserirsi nella cultura attuale in maniera indenne per la sua salute fisica, psichica e spirituale.
Col maturare dei sentimenti si delinea sempre più chia ramente la vocazione del giovane e allora la Chiesa offre le varie possibilità: MATRIMONIO, ORDINE SACRO, CONSACRAZIONE(che non è un sacramento ma una scelta di vita).
Questi sacramenti giungono nell’età della maturità umana e cristiana e quindi esigono fedeltà, impegno, sacrificio, altruismo, valori che devono accompagnare l’uomo fino al declino della sua vita. Queste scelte si fanno per sempre.
Naturalmente il “per sempre” è un valore divino e l’uomo non sempre riesce ad essere coerente. Allora la Chiesa offre percorsi di accompagnamento per le coppie, per i sacerdoti, per la vita consacrata, che si possono considerare come palestre spirituali, per tenere sempre sotto controllo la propria vita e fare le opportune correzioni in tempo utile.
VECCHIAIA E RICONSEGNA DELLA VITA
Ultimo dono, prima dell’approdo nella vita vera dopo il cammino terreno, la Chiesa offre L’UNZIONE DEI MALATI che si può ricevere nei periodi di malattia ma anche e soprattutto è opportuno riceverla prima di lasciare questa terra. Questo sacramento tende a restaurare ciò che la vita, le sofferenze, le difficoltà e soprattutto il peccato hanno logorato. Attraverso l’Olio santo viene purificata e riconsacrata la mente per i pensieri contrari alla carità, la bocca, per le parole inopportune e dannose che la persona può aver detto, il petto, per i sentimenti non puri che possono averlo occupato, le mani e i piedi per le azioni non sempre conformi al Vangelo.
Così riedificati, perdonati, nutriti del Pane di vita eterna, la persona lascia questa terra e s’incontra con Dio in maniera più dignitosa. La morte, momento temuto e allontanato da tutti noi, diventa il vero momento dell’incontro con l’Amore che ci ha generati, che ci ha nutriti, che ci ha accompagnati, che ci ha perdonati, che ora ci accoglie per la ricompensa e la gioia eterna. L’anima, potentemente attirata dal suo amore, esce dal corpo, che è stato suo compagno nella vita terrena, ma che le ha fatto anche sperimentare sofferenze e vecchiaia, e inizia la vita nell’eterna giovinezza.
LA VITA ETERNA
Cos’è la vita eterna? Che sarà?
Dio ci prepara l’impensabile, l’apertura ad una vita piena con possibilità ora a noi sconosciute.
La Madre Speranza così descrive il paradiso:
“Cari figli, oggi vogliamo considerare la gloria in quanto stato e compagnia dei beati. La gloria, il Paradiso, la beatitudine e lo stato perfetto nel quale sono presenti tutti i beni ed è assente ogni male. I beni della gloria sono eterni come durata, sicuri come possesso, immutabili nella perfezione e pienamente soddisfacenti, senza venir mai a noia, sempre nuovi nel godimento, come nel primo giorno quando esso ebbe inizio; proprietà questa che non possiedono i beni della terra.
Il cielo è il luogo dove Dio si manifesta alle anime sante; luogo chiarissimo di luce celestiale e dolce; infatti Dio stesso con la santissima umanità del buon Gesù è la fonte della gioia dei beati. L’empireo è un luogo sicuro, durevole amenissimo e splendido più di quanto si possa esprimere a parole, e per esso dobbiamo sospirare notte e giorno dicendo: “Quanto sono amabili, Dio mio, le tue dimore; la mia anima le brama e per la violenza del desiderio mi sento venir meno.
Gli abitanti del cielo sono senza numero, molto nobili e sapienti in tutto, conversano con la massima familiarità, sono come gigli senza spine e grano senza paglia, disposti con varietà, in armonia e accordo, pur non avendo tutti la stessa gloria, simili alle stelle del cielo che, quantunque differenti per luminosità e grandezza, sono ordinate con mirabile leggiadria.
Ognuno gode della gloria degli altri come della propria, perché tutti si amano con straordinaria carità. Questa è l’idea che ho della gloria in quanto stato e compagnia dei beati
Se tutti noi amassimo davvero il buon Gesù e seguissimo le sue ispirazioni, se ci amassimo mutuamente e vedessimo nei nostri superiori l’immagine del Signore, se fossimo colmi della carità di Dio, le nostre case sarebbero un’anticamera del cielo, gli abitanti i figli e i genitori gli angeli custodi. Figli miei, sta in nostro potere rendere le nostre case anticamere del cielo e vivere sulla terra come angeli, amando e glorificando Dio, e facendo quello che gli angeli non possono fare, cioè soffrire per Lui e lavorare per i suoi poveri.
Vediamo ora la gloria propria dell’anima e quella del corpo con i suoi sensi.
La gloria che viene donata all’anima del giusto è la maggiore che si possa dare perché racchiude in sé Dio stesso; l’anima è come rapita in estasi a motivo di un’intima partecipazione di Dio, che si unisce a lei come il fuoco al ferro, la penetra e le comunica le sue proprietà.
La memoria ha sempre presente il suo Dio e si addentra nell’abisso della Divinità senza poter ricordare altre cose. Quando giungerà per me questa unione tanto desiderata?
L’intelligenza, assorta nella chiara visione della Divinità e della Trinità, conosce il Padre che generò il Figlio e lo Spirito Santo che dai due procede; vede le divine perfezioni, i misteri che ha creduto nella fede, i segreti della paterna provvidenza con cui Dio ci guida alla salvezza; tutto questo sazia la sua brama inesauribile di conoscenza.
La volontà è colma di amore per Dio; in unione eterna di carità, ne è inebriata e, immersa nell’infinito godimento del Signore, compie con somma gioia tutti gli atti delle virtù. Questa unione tanto desiderata, figli miei, sarà non di un solo momento, ma di tutta l’eternità.
Il corpo glorificato ha quattro doti.
La prima è la luminosità. Esso diventa mirabile per bellezza, risplendente come il sole a somiglianza del corpo di Cristo, e se durante la vita ha ricevuto qualche ferita per amore del suo Dio, questa appare come uno smalto ornato di pietre preziose, la cui vista all’interno e all’esterno è radevolissima, e la cui armonica composizione produce un grande fulgore.
Poi l’impassibilità e l’immortalità, per cui il corpo è sempre vigoroso e fresco, non più soggetto alla fame, alla sete, né ad alcun altro dolore.
Inoltre l’agilità e la leggerezza, l’anima infatti acquista un tale dominio sul corpo che può spostarlo da una parte all’altra con grande rapidità.
Infine una realtà spirituale; il corpo, non più soggetto al mangiare e al bere, può penetrare nei cieli e attraversare ogni materia senza alcun impedimento”.
E allora perché temere? Perché non abbandonarsi a questo meraviglioso progetto di Dio che vuole per noi la beatitudine, la gloria, la felicità, la stabilità di tutti gli affetti, l’amore vissuto nell’armonia celeste? Il prezzo da pagare è aprirsi fin da questa vita alla vita beata mediante l’amore e la vita sacramentale che c’inseriscono fin da ora nel mistero. Non ci manca nessuna grazia, non facciamo mancare la nostra adesione mediante la buona volontà.
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