2 luglio 1942: Il 2 luglio 1942, ricevo una cartolina dall’assessore del Santo Ufficio che mi invita a presentarmi venerdì mattina verso le 9,30.
3 luglio 1942: il 3 luglio 1942, primo venerdì, vado con Pilar al Santo Ufficio. L’assessore mi chiede: vuole tornare in Spagna? Gli ho risposto di essere pronta a fare la volontà di Dio e dei miei superiori, ma che mi spiaceva tornare in Spagna fintanto che la mia Congregazione era diretta dal Vescovo di Tarazona. Lui mi ha fatto varie osservazioni e mi ha detto di riflettere bene poiché in questo momento potrei rientrare in patria, ma più tardi potrebbe essere difficile. Gli ho risposto che se non potrò tornarvi in seguito restavo tranquilla a Roma dove potevano controllarmi i miei superiori. Mi ha detto di mettergli per iscritto le motivazioni per cui non intendevo tornare in Spagna, per mostrarle al Santo Padre. Il Buon Gesù ha permesso che nella notte del 3 luglio 1942 incontrassi il Santo Padre. Questi si è impressionato e io non so come ho fatto a trovarmi lì, perché il Buon Gesù compie cose straordinarie. Al Santo Padre ho raccontano quello che mi era accaduto con san Rocco e lui prostrandosi a terra… ha detto: “lodiamo il Signore” e io sono scomparsa.
5 luglio 1942: il 5 luglio scrivo a Mons. Alfredo Ottaviani.
Roma 16 luglio 1942: Questa mattina, Pilar ed io siamo andate al vicariato, per incontrare il Cardinal vicario che voleva rivolgermi alcune domande, delle quali né io né Pilar sapevamo il genere. Alle ore 9,00 ero in colloquio con sua Eminenza, ma ho capito poco di quello che voleva dirmi, perché quasi subito mi sono distratta e il Buon Gesù mi diceva: “non soffrire, figlia mia, e ricordati che nella sofferenza hai con te l’aiuto di Dio, giudice supremo, perciò tu e la tua Congregazione sarete vittoriosi in questo come in tutti gli altri contrasti: non scoraggiarti”. Non so l’impressione di sua Eminenza;so dire soltanto che tornando in me il cardinale mi stava vicino e ha detto: “queste cose avresti potuto dirmele prima, senza bisogno di arrivare a tanto: tuttavia sono contento di aver assistito ad un fatto per me tanto utile”. Aggiunse: “è già tardi: non posso trattenermi oltre, la chiamerò un altro giorno”. E senza dirmi altro siamo tornate a casa; Pilar aveva sofferto molto mentre il tempo passava e lei non riusciva a sapere cosa stava succedendo, infatti la mia distrazione è durata due ore. Raccontai a Pilar l’accaduto e lei ne fu molto contenta. La pregai di non raccontare niente a casa.
Roma 3 agosto 1942: Gesù mio, non so più cosa dirti, ma mi vergogno di ripeterti ancora una volta che voglio fare la tua divina volontà, costi quello che costi; voglio, Gesù mio, arrivare alla santità che ti aspetti da me; prima di tutto per farti contento, per poterti amare molto di più e per la gloria della Congregazione. Ma tu, Gesù mio, sai bene che il cammino della perfezione per me è molto duro e per progredire mi occorrono sforzi enormi e ripetuti ed io mi sento debole, molto debole e, se tu non mi sostieni e aiuti a percorrere questo cammino aspro e difficile, non arriverò alla meta. Infatti molte sono le volte che ho cominciato, spinta dal grande desiderio di arrivare alla fine, ma sempre sono tornata indietro, sicuramente perché mi è venuto a mancare l’amore per Dio e l’anelito alla perfezione e anche perché è diminuito in me il desiderio di santificarmi per non essere convinta che se m’impegno, col tuo aiuto, potrò giungere dove sono arrivati tanti santi che, decisi in questo senso, si sono impegnati e poco a poco sono saliti tanto in alto. Io invece, Gesù mio, ho sprecato il tempo cominciando e abbandonando una cosa così importante. Oggi, Gesù mio, mi presento davanti a te per dirti che sono decisa, sempre col tuo aiuto, a rompere i legami che mi trattengono dall’avanzare verso le vette della santità, per consacrarmi totalmente a te. Gesù mio, fa che sappia stimare nella giusta misura quanto ho ricevuto da te e questa consapevolezza mi spinga ad una grande riconoscenza; la contemplazione delle mie infinite ingratitudini, debolezze e miserie infonda in me un grande disprezzo di me stessa che provochi la vera umiltà che ha come conseguenza l’amore; poiché secondo quanto tu mi dici nel vuoto di sé si realizza l’unione con Te, mio Dio. Dio mio, quando arriverà il momento beato nel quale potrò dire con tutta verità che ti amo perdutamente perché sei per me tutto; e altro non desidero all’infuori di te, né cerco e niente trovo meritevole del mio amore!
Roma 16 agosto 1942: Che pena provo, Gesù mio, nel vedermi trattata da te come una debole bambina! Per questo ti sei astenuto dal regalarmi una piccola sofferenza che da tempo mi stavi donando,sicuramente perché io avevo paura, tanta paura. Perdonami ancora una volta, Gesù mio, e punisci la mia vigliaccheria con ogni sofferenza, angustia e dolore e fammi vivere in riparazione delle offese che ricevi dai tuoi sacerdoti. Non permettere che io pensi a me stessa, ma solo a te. Fa, Gesù mio, che la mia anima si unisca così strettamente alla tua da formare un solo cuore e una anima sola. Dio mio, col tuo aiuto, voglio santificare la mia anima per darti gloria e santificare le anime che vuoi affidarmi.
Roma 29 agosto 1942: Sai bene Gesù mio, la vergogna e la pena che provo costatando quanto poco ho copiato i tuoi divini insegnamenti. Nonostante tutto tu, con la tua inesauribile pazienza, stai attendendo che io venga da te per effondere su di me le tue grazie, per confortarmi, consolarmi e darmi le grazie di cui ho bisogno per camminare nella via della santità come tu vuoi. Siccome la perfezione è un lavoro lungo che richiede perseveranza, sacrificio e grande amore a Te, sento, Gesù mio, un gran bisogno di ricorrere a te, fonte di ogni grazia e di stare unita a te perché il mio cuore s’incendi nel fuoco bruciante del tuo amore.
Roma 9 settembre 1942: Gesù mio, conoscerti è gran cosa, come pure vivere insieme a te; ma ho paura, molta paura di conoscere le tue grandezze e praticarle poco per tuo amore e per le anime dei sacerdoti. Ogni giorno capisco meglio che per amarti perdutamente è necessario conoscerti e parlare tanto, tanto con te; infatti quanto più ti conosciamo e trattiamo con te, tanto più il cuore s’infiamma d’amore, perché in te tutto è degno di amore. Gesù mio, ci sono dei momenti in cui stando unita a Te, il tuo amore provoca nell’anima mia un movimento interiore che la trasporta fino a te; e questo è l’unico mio desiderio: fa che la mia anima esca da me per unirsi a te, staccandola dalle cose che non siano Te, infondi in essa una bruciante sete di soffrire, se è possibile soffrire quando l’anima è fuori di sé e immersa in te, dove si sente solo la tua dolce voce e quel fuoco bruciante che infiamma il cuore
Roma 6 novembre 1942: Gesù mio, fa che io viva solo per te e che in ogni momento faccia ciò che a te più piace; fa che attirata dal tuo amore ti segua sempre, per quanto è possibile, nel dolore e nell’angoscia. In questa valle di miserie difendimi all’ombra del tuo cuore e fa che ricordandomi che tu sei con me non mi preoccupi se gli uomini mi condannano, per l’amore con cui mi hai incatenato a te insegnami come devo amarti e seguirti.
Fa, Gesù mio, che la forza del tuo amore mi tenga sempre legata a te e non conosca altro riposo se non nel tuo amore. Chiudi, Gesù mio, la tomba del mio cuore col sigillo del tuo amore e insieme a te fammi bere tanto, tanto al calice della tua passione. Coprimi con lo scudo della tua verità e sii il mio compagno in questo esilio..
Roma 9 novembre 1942: Accompagnami Gesù mio, in questi momenti difficili per la mia amata Congregazione e fa cessare questa tremenda persecuzione. Ti prego, Gesù mio, non tanto per me ma per le figlie perseguitate e angosciate. Sostieni, Dio mio, la debolezza del mio cuore sofferente dicendomi che non lascerai di amarmi un solo momento e che tutte le sofferenze di questo tempo di prova le userai a beneficio dei poveri sacerdoti che hanno avuto la disgrazia di offenderti e di quelli che ancora ti stanno offendendo. Copri e perdona, Gesù mio, tutti i loro peccati con la tua inestinguibile carità, fa che le loro anime diventino gradite ai tuoi occhi. Tu, Dio mio, che togli i peccati del mondo, nella tua grande misericordia, cancella quelli dei poveri sacerdoti.
Roma 11 novembre 1942: Gesù mio, mi vergogno tantissimo per le mie ingratitudine, per la mia vigliaccheria nel dolore; Gesù mio, la sofferenza mi spaventa e ho un grande timore di dispiacerti. Cosa farò in questi momenti di lotta? Pregarti ancora una volta di non lasciarmi sola e di essere tu il mio giudice e il mio avvocato. Fa Gesù mio, che sempre abbia presente la mia dignità di AAM; mai, per la mia vigliaccheria, torni alla mia antica bassezza con una condotta indegna della nobiltà a cui oggi mi hai elevato per il tuo amore e la tua misericordia. Gesù mio, diffondi nel mio cuore il tuo amore e sia questo amore a muovere continuamente il mio cuore.
Roma 12 novembre 1942: Gesù mio, ti ringrazio per le sofferenze di questi giorni. Fammi vivere sempre unita a te e infondi nel mio cuore il tuo amore perché mai mi separi da te. Gesù mio, non ho altro desiderio se non quello di convertirmi, così da oggi in avanti, col tuo aiuto, cercherò di fortificare la purezza della mia fede donandoti il mio cuore. Tu, Dio mio, fa che la tua carità mi faccia tutta tua e dei miei fratelli e mi aiuti a perdonare e a farmi tutta a tutti dopo questa prova glorificatrice. Gesù mio, costringimi a fare sempre la tua divina volontà e da oggi in poi fammi vivere solo per te.
Roma 13 novembre 1942: Gesù mio, tienimi vicina a te, molto vicina; entra nel mio povero cuore e riposavi, accompagnami e viviamo insieme ovunque. Gesù mio, fa del mio cuore la tua dimora perenne e non permettere che in esso entri l’amore ad alcuna creatura e che tutte le mie azioni siano uguali alle tue; fortificami sempre col tuo amore divino. Illumina, Gesù mio, i miei sensi con la luce della tua carità perché tu solo m’insegni, incammini e istruisci nei più intimi sentimenti del tuo cuore. Degnati di avvolgere così fortemente il mio spirito nel tuo da essere sepolta in te per vedermi cosi libera da me stessa. Vestimi, Gesù mio, con la purezza della tua innocentissima vita e aiutami perché in questo momento difficile faccia ciò che più ti è gradito. Gesù mio, sii il mio tutto e fa che la tua giustizia renda sicuri i miei passi e unita a te partecipi tanto tanto del calice della tua passione.
Roma 15 novembre1942: aiutami, Gesù mio, a raggiungere la piena conformità con Te. Fa che in questo esilio e in questo momento di prova per me, per la mia amata congregazione e per le mie afflitte figlie, possa dimostrarti il mio amore e che sono disposta a soffrire tanto, tanto solo per te e per la tua gloria. Gesù mio, fa che il mio cuore arda nella fiamma del tuo e viva sempre abbracciata alla tua croce; i miei sensi siano sempre tormentati dalla pratica continua della mortificazione. Aiutami perché combatta senza stancarmi la mia carne e i miei sensi, fino a farli arrendere totalmente allo spirito e alla tua volontà; che io sia mossa solo dal tuo volere e dal tuo amore. Accogli, Dio mio, i miei buoni propositi, accogli il mio cuore, accogli il mio amore e fa’ che io viva unicamente ed esclusivamente per Te.
Roma 16 novembre 1942: Fa, Gesù mio, che mai cerchi nelle creature la forza o la consolazione, ma attenda sempre ogni conforto da te. Dio mio, aprimi le porte della tua devozione; imprimi in me il sigillo della tua sapienza perché mi veda libera, Gesù mio, da ogni affetto terreno e fa che ti serva sempre con amore, gioia e sincerità e aiutami, Gesù mio, perché inizi a morire a me stessa per trasformarmi in te. Fa che sempre sia distaccata da me stessa e immersa nel dolore, abbandonata in Te. Gesù mio, trasformami completamente nel tuo amore e che possa annullare in te tutte le mie imperfezioni; fa che respiri te e mi perda in te; che mai sia attratta da alcuna cosa ma solo da te. Annegami, Gesù mio, nell’abisso del tuo amore e fa che muoia nel diluvio del tuo amore divino.
18 dicembre 1942: oggi, 18 dicembre 1942, viene benedetta la prima pietra della nuova casa che si costruirà in via Casilina.
Anno 1942: in questo anno le figlie hanno lavorato in modo incredibile, le macchine e tutto il resto è già pagato e in questa casa non manca niente, neanche ai poveri, e sono molti, che bussano alla nostra porta. Pilar è compiaciuta della riuscita del lavoro, infatti si stanno cucendo 10.000 camice al mese senza eccessivo sforzo e ci avanza anche tempo, più di una ora, per stare riunite tutte le sere ricreandoci senza lavorare e in questa ora io, come premio, parlo loro. (El pan 18, hoy 810-856)
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