L’annuncio dell’Amore Misericordioso
L’annuncio dell’Amore Misericordioso non è una novità portata da Madre Speranza.
Già nella S. Scrittura ci sono centinaia di volte in cui si parla di «misericordia», sotto diverse espressioni: p.e. hesed e rahamin. nella versione ebraica; èleos, oiktirmòs e splànchna nella versione greca.
Nel contesto biblico, assume particolare significato la figura del profeta Osea. Egli per ordine di Dio aveva sposato una prostituta sacra, Gomer, la quale per ben tre volte ritorna all’antico mestiere e ogni volta Osea la riprende con sé. L’amore misericordioso di Osea è diventato figura della fedeltà senza pentimenti di Dio nei confronti dell’uomo che con sincerità gli vuole appartenere, nonostante le sue debolezze e i suoi peccati.
Si può dunque dire, come riferisce l’Enciclica Dives in misericordia, — la quale praticamente suggella il messaggio di Madre Speranza — che nel linguaggio biblico, «misericordia» è il modo concreto pratico in cui si manifesta l’amore di Dio.
Si spiega bene, quindi, che la locuzione «Amore misericordioso», si trovi già con notevole abbondanza nella liturgia, p.e. in quella dell’Avvento, soprattutto negli Oremus della Messa.
Ma il concetto dell’amore misericordioso non è nuovo nella storia nemmeno come annuncio ascetico.
C’è tutto un filone, di cui mi limito a citare solo alcuni momenti, si va da S. Francesco d’Assisi col suo Cantico delle Creature, a S. Ignazio di Loyola con la sua Contemplatio ad amorem che chiude gli Esercizi Spirituali; si arriva così alla devozione al S. Cuore introdotta da S. Margherita Maria Alacoque, nel ‘700, sotto la guida del santo gesuita Claudio de la Colombière, che apre il cuore a un Dio di misericordia e non di sola severità. Alla devozione al S. Cuore è consacrato l’Apostolato della Preghiera, che sollecita i fedeli alla consacrazione quotidiana al S. Cuore di Gesú come emblema appunto dell’amore di Dio. Devozione al S. Cuore che la stessa Madre Speranza deve aver conosciuto a Murcia attraverso Las Hermanas Salesianas del Sagrado Corazòn de Jesús. Ed ecco, appunto Madre Speranza col suo Crocifisso con gli occhi spalancati verso l’alto a implorare misericordia.
L’annuncio di Madre Speranza dell’Amore Misericordioso non è, quindi, un annuncio nuovo, ma — e in ciò consiste la sua caratteristica forza — è la rimessa in moto di un volano in un particolare momento della storia. Madre Speranza è chiamata da Dio ad annunciare l’Amore Misericordioso nella realtà odierna condizionata dai mass media.
Madre Speranza diceva che le ore della giornata in cui Dio chiama gli operai alla sua vigna, e a tutti dà la stessa ricompensa, sono le epoche della storia. Lei è stata chiamata ad annunciare l’Amore Misericordioso in questa epoca, in cui la condotta materiale e spirituale dell’uomo è condizionata, come sto per dire, dai mezzi di comunicazione di massa. Ci si può riferire anche al Concilio Vaticano: «Cristo Signore — vi si dice — chiama sempre dalla moltitudine dei suoi discepoli quelli che egli vuole per associarli in modo speciale alla sua missione e per inviarli a predicare alle genti».
Ma l’amore misericordioso non è licenza di peccare e non è nemmeno sottovalutazione o abolizione del peccato, bensí è affermazione di un infinito amore che coincide con l’infinita verità e con l’infinita giustizia. L’annuncio di Madre Speranza pertanto assume un particolare ruolo profetico sia storico sia di contenuti.
A questo Amore Misericordioso lei innalza un santuario, che continua la tradizione del tempio al Sacro Cuore di Parigi. Ma, a differenza di quello, collocato in alto sulla città dei lumi e del peccato, il santuario di Collevalenza è collocato in quel desertum locum (luogo deserto), che in tutta la tradizione biblica è indicato come il luogo dell’incontro personale dell’uomo con Dio e dove Dio si manifesta.
Ma prima di addentrarmi nel nostro tema e quasi introduzione ad esso, vorrei chiedermi come mai la concezione di un Dio padre misericordioso sia stata quasi sempre offuscata da quella di un Dio giudice severo e vendicatore: il profeta Amos che la vince sul profeta Osea.
In risposta, per quanto entra nel nostro tema, mi pare di dover dire che, per debolezza umana e non certo per piano divino, finite le persecuzioni, gli uomini di religione (peraltro, non solo cristiana) hanno visto la religione come un potere, che a un dato punto poteva essere — o almeno apparire — utile anche agli interessi della religione stessa. Orbene, per esercitare questo potere — bene o male inteso che fosse — erano assai piú produttivi il timore e la paura che l’amore, il dominio che il servizio. Questa visione terrena della religione viene ingigantita oggi, come sto per dire, dalla mentalità che caratterizza la realtà odierna e anche questo entra nel ruolo profetico di Madre Speranza.La realtà odierna
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.