Tutto questo è importante. Tuttavia, quello che vorrei ricordare con questa Esortazione è soprattutto la chiamata alla santità che il Signore fa a ciascuno di noi, quella chiamata che rivolge anche a te: «Siate santi, perché io sono santo» (Lv 11,44; 1 Pt 1,16). Per un cristiano non è possibile pensare alla propria missione sulla terra senza concepirla come un cammino di santità, perché «questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione» (1 Ts 4,3).
(Papa Francesco: Esortazione Apostolica Gaudete et Exsultate)
Parole molto belle quelle di Papa Francesco, ma quando parliamo di santità è inevitabile non trovarci predisposti a riflettere in maniera profonda sul suo vero e profondo significato. Tuttavia ci troviamo anche di fronte alla grande responsabilità di cercare di rispondere a domande impegnative che riguardano concretamente la nostra vita. Per noi, immersi nel nostro carisma questo “richiamo” mi è sembrato davvero provvidenziale. E a pensarci bene uno degli elementi costitutivi del nostro carisma è proprio quello di fare esperienza di Dio, per vivere la perfezione della carità, la santità appunto, nella nostra vita quotidiana. Tutti i fedeli, infatti, sono chiamati alla santità ed hanno diritto di seguire, in comunione con la Chiesa, un proprio cammino spirituale.
Il Papa parla di “cammino di santità”, eppure poche volte nella nostra vita prendiamo davvero coscienza che siamo dei viandanti, persone in cammino verso Dio. Dobbiamo riconoscere che nella storia e nella vita di ciascuno di noi ci sono cammini veri che portano alla pace e cammini apparenti che ci ingannano sul vero senso della nostra vita. Cammini che ci portano serenità, poiché realizzano la nostra vita, e cammini che ci sprofondano sempre più nella tristezza, nella precarietà, nella delusione. In questo contesto forse la verità che ci dobbiamo dire è che la nostra identità più vera è quella di essere pellegrini, mendicanti dell’amore di Dio, della Sua presenza, della Sua misericordia.
Questa è l’esperienza che dovrebbe caratterizzare la vita di ogni credente: la ricerca di Dio, lo stare con Lui, contemplare la Sua vicinanza, ricordarsi l’ora dell’incontro. È la decisione di accogliere la presenza del Signore nella propria vita e l’impegno per rimanere in questa presenza e, ogni volta che il cammino della vita rifiuta o si allontana dalla presenza di Dio, cercare nuovamente di trovarla e realizzarla. Significa in definitiva camminare per entrare nel cuore misericordioso di Dio, perché una volta entrati nel cuore di Dio, possiamo essere come Lui, amare come Lui, pensare come Lui, vivere come Lui, agire come Lui. Dio è Padre e Madre, è amore gratuito, amore che ci precede sempre, che perdona, che crede negli uomini. Dio vuole una umanità capace di accogliersi, di comprendersi, di perdonare, di pazientare, di umiltà. Ricordando chi è Dio e chi siamo noi, è possibile vivere la generosità al posto del calcolo, la fiducia al posto dell’interesse, la speranza al posto del profitto, il perdono al posto della vendetta. Gesù ci dice che solo così la misericordia di Dio può diventare accoglienza, mitezza, riconciliazione, pazienza, umiltà. È il rivivere fino in fondo il cammino dei discepoli di Emmaus, la meravigliosa scoperta che le strade della nostra vita, sono anzitutto i sentieri di Dio.
Significa fare un’opzione fondamentale: ossia seguire Gesù Cristo, coinvolgere tutta la mia vita nella sequela del Signore. Si fa della propria vita, questo passaggio. È saper leggere i segni che egli compie. È un saper “andare oltre”, un saper penetrare in profondità le realtà compiute da Gesù. Esiste, allora, un cammino di santità da percorrere? Come possiamo vivere la vita di tutti i giorni? Esiste un “Paradiso” da raggiungere? La risposta è certamente SI!
Per la Madre Speranza camminare nella santità significava raggiungere il grande traguardo di diventare “amici” di Dio, per lei era molto chiaro che santità voleva dire, partecipare alla vita di Dio: “Mi dici, Gesù mio, di ricordare che la tua presenza è base della santità, fondamento della perfezione e radice di ogni virtù; e io ti dico, Gesù mio, di non stancarti di farmi vedere quello che sei per me; io non voglio vivere che per te. Da quando hai scelto il mio cuore come tua dimora, non ho desiderato altro che pensare a te.”1 L’uomo di oggi deve convincersi che siamo tutti pellegrini in viaggio verso il mistero del Padre Misericordioso, solo così potrà capire e conoscere la propria dimensione umana; soltanto in quel Padre che ci ama fino al sacrificio estremo l’uomo può ritrovare se stesso e guarire le ferite che lo hanno lacerato, perché Dio è Amore Misericordioso. Il nostro carisma è venuto a dirci proprio questo, che conoscere Dio e fare esperienza della sua Presenza, è una cosa possibile, che gustare il paradiso è possibile già su questa terra, che è ragionevole essere compresi nella propria debolezza e conoscere il senso pieno della propria vita. Rivelare, all’uomo di oggi, l’immagine di un Dio che è Padre misericordioso, questo deve essere l’annuncio attuale da gridare al mondo, un Padre che ci comprende, che ci capisce, che si è fatto come noi per dirci quanto è bello essere figli suoi.
L’uomo di oggi deve convincersi che siamo tutti pellegrini in viaggio verso il mistero del Padre Misericordioso, solo così potrà capire e conoscere la propria dimensione umana
I nostri giorni hanno ormai bisogno di “certezze” che possano guarire le tante divisioni dell’uomo. E’ vivere ancora l’esperienza del figlio prodigo così come la presentava Madre Speranza: “Il Padre accolse il figlio prodigo con gioia; sebbene fosse ancora lontano, il Padre lo vide e mosso dalla misericordia gli andò incontro, si gettò al suo collo e lo baciò. Dio fa il primo passo per accogliere il peccatore pentito, abbracciandolo con amore, non appena questi va verso di Lui e senza rinfacciargli i suoi errori, lo ricolma di grazie e di doni. Dio sta aspettando gli uomini “…non come un giudice per condannarli e infliggere loro un castigo, ma come un Padre che li ama, che li perdona, che dimentica le offese ricevute e non le tiene in conto…”. (Commento alla Parabola del Figlio Prodigo) Questo è l’annuncio meraviglioso, efficace, che la Chiesa è chiamata a diffondere nel mondo: Dio ti ama di Amore Misericordioso. Ognuno di noi, deve fare i conti ogni giorno con le proprie fragilità e i propri limiti, ma possiamo sempre contare sull’amore smisurato di Dio.
Questa è la grande verità che ci troviamo davanti ogni volta che il Carisma dell’Amore Misericordioso bussa alla nostra porta, riflettiamo su un messaggio che è necessario per capire il tempo che stiamo vivendo. È questa la perenne “freschezza profetica”, se cosi la vogliamo definire, del nostro carisma, un annuncio di santità sempre attuale per scorgere la presenza di Dio nella nostra storia. Tutta la storia umana e soprattutto la nostra storia personale, non sono elementi irrilevanti o addirittura insignificanti per la nostra esperienza di Dio, perché noi entriamo in relazione con il Signore proprio attraverso la nostra esistenza di ogni giorno e la storia del nostro tempo. Il tempo, rappresenta il “luogo” principale per cercare Dio.
Se c’è nella nostra coscienza e nel nostro cuore il desiderio di Dio, questa “ansia” dovrebbe orientarci a cercarlo proprio nella vita di ogni giorno. Non si tratta soltanto di discernere o di capire “che cosa Dio vuole da noi”, come spesso comunemente si dice, ma soprattutto di scoprire nel tempo la novità e le meraviglie di Dio e del suo amore. Per conoscere il mondo, essere “curiosi” su tutto ciò che lo riguarda e capire il senso dei fatti che avvengono, bisogna avere un codice interpretativo, un manuale di istruzioni che ci spieghi come costruire o come leggere una determinata questione. Ecco il Carisma dell’Amore Misericordioso: l’annuncio di una nuova liberazione, di una nuova speranza, l’ora è arrivata, una nuova era è nata, è la storia dell’amore di Dio per noi. La nuova legge, la nuova Profezia dei tempi, è la misericordia di Dio: “Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo. Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande Io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato.” (Ger. 31,33)
Per ciascuno di noi, Dio desidera la santità e farà sempre ciò che è in suo potere per darci delle concrete possibilità per riconoscerla e sceglierla. È in questo che consiste, anche, la nostra grande dignità di figli: possiamo scegliere se accogliere o rifiutare l’offerta del Signore, ma altrettanto vero e gioioso, sarà sperimentare che, questo Padre, non smetterà mai di venirci a cercare e di rinnovare, verso di noi, la sua “proposta” di misericordia. Bisogna che gli uomini di oggi scoprano questo Amore Misericordioso di Dio, perché in esso sta il fondamento di una comunione che si espande, una comunione che esige una perenne conversione. Ogni uomo, infatti, è debitore dell’annuncio liberante dell’Amore Misericordioso di Dio. Il Carisma dell’Amore Misericordioso una nuova “possibilità”, per vivere un’autentica esistenza con la quale acquisire una mentalità rinnovata e inaugurare uno stile di vita che si esprima nella dimensione concreta della fede e della carità.
L’uomo ha bisogno di un’unica, vera, grande speranza che lo mantenga in cammino, fatica dopo fatica, e questa può essere data solo da Dio
Ecco perché ho voluto dare questo titolo a questa riflessione, paragonando il nostro carisma ad un cammino, ad un’autostrada, perché chi ha incontrato davvero questo Padre Misericordioso è chiamato a percorrere una grande autostrada di santità a tre corsie. La prima corsia è quella d’ingresso, è la corsia della Speranza. Certo anche noi, come un pò tutti, sentiamo forte la tentazione di fondare la nostra speranza sulla capacità di controllare i vari aspetti della nostra esistenza, come se ne fossimo noi i veri padroni. Ma occorre riconoscere che, in fondo, è una speranza vana: né individualmente e né collettivamente avremo mai la capacità di sostituirci pienamente a Dio. L’uomo ha bisogno di un’unica, vera, grande speranza che lo mantenga in cammino, fatica dopo fatica, e questa può essere data solo da Dio, solo la sua misericordia ci dona la possibilità di perseverare, giorno per giorno, senza perdere lo slancio della speranza, e camminare verso la vita, che è veramente vita eterna: “le tenebre stanno diradandosi e la vera luce già risplende” (Gv. 2,8) Sperare, è scoprire nelle profondità del nostro oggi una Vita che va oltre e che niente può fermare. Dio ci cerca da sempre; da sempre ci ha pensato, ci ha amato, ci ha chiamati all’esistenza, ci ha donato una storia, che se viene illuminata ci appare quale chiaramente è: la storia che un Padre organizza per un figlio, un “roccolo” di avvenimenti che sono una costante testimonianza della sua cura e del suo amore per noi. La Madre Speranza, di tutto questo impianto “esistenziale” ne era veramente convinta, diceva così: “Senza questa luce del cielo che ci svela l’orizzonte infinito dell’eternità, che cosa sarebbe la presente misera esistenza che trasciniamo per alcuni giorni sulla faccia della terra? Ah, figlie mie! come è sventurata quella creatura per la quale non brilla la luce della speranza cristiana!2 Al centro della vita della Madre e del suo sperare c’è stato soprattutto la promessa di Dio di renderla uno strumento di misericordia. Senza promessa non c’è speranza, e senza speranza non c’è santità! La nostra Speranza si deve reggere su questa verità carismatica: Dio si è impegnato con l’uomo! Queste sono le fondamenta della Speranza cristiana, entrare con fiducia totale nella promessa del Signore.
Dio non delude mai!
Non solo nulla è impossibile a Dio, ma Dio mantiene ciò che ha promesso. Da qui nasce una speranza assoluta, una speranza che rimane anche quando tutte le ragioni umane per sperare vengono meno. Sperare è proprio questo: spostare l’indice della fiducia decisamente verso Dio! Dobbiamo sempre imparare a operare dei “distacchi” per avere la possibilità di camminare sui sentieri della speranza. Poi c’è la corsia di mezzo, che è quella in cui avviene il grande traffico stradale, è la corsia della velocità, ossia della volontà di Dio. Sappiamo bene che le vie di Dio non sono le nostre vie, che i suoi pensieri non sono i nostri pensieri e ogni giorno ci rendiamo conto di quanto sia difficile voler discernere quella che chiamiamo volontà di Dio. Tuttavia sappiamo bene che questo stesso Dio è colui che ci chiama con il nostro nome e che il nostro incontro con Lui passa attraverso un cammino per noi speciale, unico e particolare. Quando amiamo qualcuno, noi cerchiamo spontaneamente di fare ciò che piace a quella persona, di agire per la sua felicità. Ed è proprio quello che chiediamo quando recitiamo durante il Padre nostro la frase: “sia fatta la tua volontà”. Ciò che la Madre Speranza ha voluto vivere e trasmetterci è che quello che Dio attende da noi non è che scegliamo questa o quella via che Egli avrebbe previsto per noi da tutta l’eternità; ma che noi rispondiamo positivamente alla Sua presenza nella nostra esistenza e alla Sua chiamata a vivere un rapporto d’amore con Lui. Non si tratta più, dunque, di scoprire e di eseguire un programma prestabilito, ma di far nascere una fedeltà verso Dio, di avere fede, di credere pienamente nelle promesse di Dio ed in tutto quello che Lui ha pensato per noi dall’eternità e di restarne fedeli: “Chiediamo a Gesù di essere fedeli alla nostra vocazione. Se ci sforziamo e viviamo fedelmente quanto gli abbiamo promesso non dovremmo temere niente e con tutta fiducia giungeremo all’Amore Misericordioso sicure che non ci negherà niente né nell’ordine spirituale, nemmeno in quello materiale; infatti egli si è fatto nostra provvidenza. Se manterremo i nostri impegni egli sarà fedele alla sua promessa”3.
Il nome nuovo dell’Amore Misericordioso è un “frutto buono”, con dentro il sapore di Dio, un sapore che ha il gusto di tre parole: TUTTO PER AMORE
Se io sono figlio di Dio, Egli mi è Padre: mi occupo perciò solo di ciò di cui mi incarica, non faccio se non ciò che Egli mi indica, mi fido di Lui, sa ciò di cui ho bisogno e provvede, proprio perché mi è Padre! Così io lascio la mia vita nelle mani del Padre, Egli sa già il perché di ogni avvenimento, conosce il vero significato di ogni nostra situazione, il Padre conosce i miei bisogni, e quello che avrò domani. Questo Padre si occuperà di dirmi e suggerirmi cose che io non avrei mai pensato né creduto, forse talvolta quello che Egli mi dice supera la mia intelligenza, le mie forze, allora mi abbandono alla Sua Parola, faccio ciò che Egli mi dice. Poi c’è la corsia di sorpasso, la corsia dell’alta velocità, ossia del Tutto per Amore. Se la nostra vita non manifesta l’amore di Dio, vuol dire che si è spento il fuoco dell’amore. Se non si nota il calore, se dopo un certo tempo di rapporti quotidiani con gli altri, questi non sanno ancora se hanno accanto un cristiano, un figlio del Padre Misericordioso, vorrà dire forse che il sale è diventato insipido, che l’amore è diventato arido. Il nome nuovo dell’Amore Misericordioso è un “frutto buono”, con dentro il sapore di Dio, un sapore che ha il gusto di tre parole: Tutto per amore. È un “frutto” che è capace di unificare i cuori degli uomini, una lingua che si parla con la vita, con un modo diverso di accogliere e incontrare le persone e di costruire la società e di riportare Dio nel cuore degli uomini. Una domanda il Signore, prima o poi, ci farà: “Che cosa hai fatto della tua vita?” Una domanda devastante, che ci obbligherà ad un profondo esame di coscienza. Come risponderemo? La nostra esistenza l’avremo spesa imparando a servire Dio e a vivere per amore? Avremo portato frutto nell’amore? Avremo dato TUTTO?
Un corpo per soffrire e un cuore per amare, questa è stata la “strada” sulla quale si è incamminata la Madre, un cammino impegnativo, ma ricco della presenza e della grazia dell’Amore Misericordioso. Il nuovo comandamento è “l’amore”, è il vangelo dell’Amore Misericordioso che se vissuto alla lettera è capace di curare le ferite dell’uomo di oggi che muore per mancanza di Amore. La Madre Speranza aveva capito bene che il suo primo compito che aveva ricevuto dal buon Gesù era quello di farsi Ancella al modo di Cristo, testimoniando a tutti un’amore che non è impassibile, freddo, distaccato, ma è un amore che sa soffrire, curare, consolare e dare speranza, un amore misericordioso appunto. Tutto per Amore, per dirci che esistiamo per un atto di Amore e che Dio ci viene sempre a cercare per un atto di Amore. Ecco allora il grande annuncio dell’Amore Misericordioso: puoi nasconderti finché vuoi, Dio ti verrà sempre a cercare, verrà a cercarti proprio là dove sei fuggito e nascosto, perché gli appartieni, sei SUO FIGLIO, sei stato generato nell’Amore! Ci credi ancora che l’Amore di Dio è più forte, è più grande di ogni cosa?
Come concludere?
Dio desidera comunione, niente di obbligatorio o forzato, ma una comunione liberamente offerta e ricevuta, Dio prova tutte le vie per rendere possibile questa comunione, ed è questo intenso desiderio di Dio di entrare nella relazione più intima con noi che costituisce il nucleo della vera santità. Con Dio ci si gioca la vita. Santità non è obbedire a delle regole o compiere chissà quali opere, si tratta di amare, di entrare in relazione con Dio. La santità di Dio inizia proprio quando si riconosce la Signoria di Cristo nella propria vita.
L’Amore Misericordioso non ci ripeterà mai: “Tu mi hai deluso”, ma accetterà sempre di camminare e “soffrire” con noi, Egli non perderà mai la sua fiducia in noi e nelle nostre forze di recupero
Santità e radicalità evangelica coincidono, significa appunto fare esperienza di una vera appartenenza a Gesù Cristo. La Madre ci ha “spiegato” molto bene che essere santi significa non avere paura di fronte a un progetto di vita che ripete quello di Cristo. Il dono dell’Amore Misericordioso ci è stato dato perché imparassimo la via di casa, perché la casa è il luogo dove risiede l’amore, dove vengono creati i ricordi, dove arrivano gli amici e dove la famiglia è per sempre. Dio mi cerca da lontano, prova a trovarmi e desidera portarmi a casa, Dio è il Padre che veglia e aspetta i suoi figli, corre loro incontro, li abbraccia, li supplica, li implora di tornare a casa. Si, tornare a casa per fare esperienza del cuore di Dio, per ricordare che è stato Dio a scegliere me. Casa è quel luogo che i nostri piedi possono lasciare, ma dove il nostro cuore resta indelebile agganciato alla memoria di quello che siamo: “Ci sazieremo dei beni della tua casa, della santità del tuo tempio”4. Il pericolo che ci circonda è quello di essere stati “salvati” da Gesù, ma di essere restati irrimediabilmente ciechi, di essere degli ingrati che non sanno riconoscere il Signore che ogni giorno, misericordioso e instancabile, si china a curarci e a guarirci, ci nutre come un Padre ed una tenera Madre con la sua Parola, ci dona l’alimento del suo corpo e del suo sangue nell’Eucaristia, vigila su di noi e sulla nostra povera condizione di creature. Come è possibile pensare che Dio abbandoni la sua creatura più cara, che non si curi di lei in ogni momento, anche in quello magari più triste?
Dio non abbandona mai nessuno, Egli ama tutti di un amore infinito e in modo particolare coloro che sono lontani da Lui, e che cercherà sempre di ritrovare. Ogni uomo è avvolto dalla misericordia di Dio, un Dio che vuole stare sempre con Lui per condividerne i momenti della vita sia nella gioia, sia nel dolore. La misericordia, la pazienza, la tenerezza di Dio, devono essere motivo della nostra fiducia, della nostra speranza, donandoci il coraggio di ritornare a Lui qualunque errore o peccato ci sia nella nostra vita. L’Amore Misericordioso non ci ripeterà mai: “Tu mi hai deluso”, ma accetterà sempre di camminare e “soffrire” con noi, Egli non perderà mai la sua fiducia in noi e nelle nostre forze di recupero, non si rassegnerà mai ai nostri difetti, non rinuncerà mai a cercare i propri figli, non dispererà mai di salvarli. L’Amore Misericordioso un’autostrada per solcare il cielo, per celebrare la festa più grande, per ascoltare quelle meravigliose parole: “Sono sempre stato, e sempre sarò, tuo Padre, sono con le braccia aperte, aspetto te, ti abbraccio e non me ne vado, resterò sempre al tuo fianco.”
Non esistono altre vie, l’unica strada per una vita piena, santa, riuscita e felice è la strada dell’Amore Misericordioso, è l’unica chiave del paradiso. Sarà l’abbraccio di un Padre con il figlio che ritorna a casa dopo anni di lungo cammino e di pericolose avventure. Sarà la festa preparata per me, per te, per ognuno di noi, saremo gli attesi, sarà una festa che durerà un’eternità, una comunione che non subirà più lacerazioni, né divisioni; sarà una musica di pace che suonerà in eterno, un premio che non ci verrà più tolto. Coraggio fratello mio, inizia a cambiare davvero la tua esistenza e vedrai che il Signore ti donerà nuove pagine bianche dove scrivere parole e gesti di amore e di misericordia per ogni uomo.
Non avere paura della santità!
… Suonano alla porta? Presto andiamo ad aprire … è Dio che viene ad incontrarci … è Dio che viene a cercarci … è Dio che vuole amarci instancabilmente … è Dio che vuole farci santi. Fratello mio credilo fermamente e camminerai felice, avrai trovato il senso della tua esistenza … avrai trovato nell’Amore Misericordioso la vita … avrai trovato il cielo della misericordia di Dio e sarà paradiso per sempre!
E così sia.
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