Un ulteriore simbolo attribuito all’acqua è quello utilizzato dai Maestri di spirito per parlare della preghiera, che può zampillare e dissetare all’improvviso senza fatica, per puro dono di Dio o come ricompensa ad una lunga, faticosa e perseverante ricerca. Come l’acqua la preghiera è dono e insieme conquista, e poiché non si può improvvisare e necessita di tutta la nostra collaborazione, proveremo a imparare a pregare alla scuola di Madre Speranza
PREGHIERA DI UNIONE
“Normalmente il nostro amore a Dio è un misto di amore puro e di amore di speranza; ossia amiamo Dio non solo in se stesso perché è nostro Padre infinitamente buono, ma anche perché è la fonte della nostra felicità. Queste due motivazioni però non si escludono a vicenda, perché Dio stesso ha voluto che nell’amarlo e servirlo trovassimo la nostra beatitudine“. (El pan 15,77)
L’anima che ha gustato l’orazione passiva di unione ha fin qui compiuto dei progressi e già le sembra di amare molto il Signore, tuttavia non è ancora totalmente sottomessa alla volontà di Dio e deve continuare a vigilare per compierla. Certamente è diventata molto più docile e disponibile ad accoglierla, ma deve comunque perseverare nel bene perché può ancora lasciarsi andare e perdersi.
Profondamente consapevole di questo, Madre Speranza come ogni maestro di spirito, insiste nel raccomandare vigilanza e preghiera per “Non volere, né desiderare nient’altro che la volontà di Dio“ (cfr El pan 15,180)
“Per camminare nella perfezione e arrivare all’unione con Dio, è necessario dominare attentamente le nostre passioni. Per questo dobbiamo fare affidamento prima di tutto sulla grazia di Dio e quindi ricorrere continuamente alla preghiera e lì chiedere al buon Gesù che il nostro cuore possa ardere sempre nell’amore di Dio e ami il sacrificio. In questo modo la difficile pratica della mortificazione non ci spaventerà.
Supplichiamo il buon Gesù di poter vivere sempre uniti a Lui anche nella sofferenza, per ricavare dalle prove e dalle tribolazioni, il frutto che egli desidera.” (El pan 15, 179-80)
Non c’è dunque da temere: anche se ci sentiamo limitati o inadeguati, deboli e perfino schiacciati dalle difficoltà o dalla solitudine, non saremo mai così soli da essere privi perfino del Signore che non ci lascerà mai, e qualunque sarà la nostra difficoltà, nessuno potrà impedirci di chiederGli l’aiuto o, meglio, di alzare a Lui la voce con forza come il cieco lungo la strada di Gerico. (cfr Lc 18,38 – Mc 10,47)
“Il pensiero frequente della misericordia di Dio ci ispirerà una confidenza filiale, per cui gli chiederemo di aiutarci a camminare verso la perfezione. Egli farà in modo che la sua santità ci ispiri un grande odio al peccato, amore al sacrificio e generosità per distaccarci dalle creature e da noi stessi…
…Chiediamo costantemente al buon Gesù che fortifichi e renda costante la nostra volontà per non cercare, né desiderare nient’altro che Lui.“ (El pan 15, 189-90)
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