Ognuno ha di Dio una sua idea, ma nulla cambia nella vita fino a quando non arriviamo a conoscerlo come Padre.
Spesso gli uomini lo vedono come rivale, come giudice e antagonista e per questo cercano di eliminarlo dalla loro vita. È stato ripetutamente detto che la nostra è una società “senza padre”. Il desiderio di emancipazione ha sedotto l’uomo illudendolo di trovare la propria libertà e la propria autonomia nel rifiuto di ogni autorità. Ma il fatto di non voler riconoscere le proprie radici rappresenta un taglio suicida e una strada verso la morte. La libertà dell’uomo consiste nell’accettare la sua verità che è quella di figlio bisognoso di guida e di premure; consiste nella capacità di dare a chi nulla ti dà, di perdonare a chi ti offende, di amare anche chi non è amabile e ti nega il suo amore.
Estromettendo il “padre” dalla propria vita, perché si ritiene oppressivo o rivale, viene meno ogni possibilità di speranza.
L’esperienza dell’amore misericordioso è di fondamentale importanza per recuperare la figura paterna.
Quando si verifica vengono risanate ferite, colmati i vuoti, si riacquista sicurezza e gioia. Per questo Madre Speranza pregava il Signore affinché tutti gli uomini lo potessero sempre vedere come un Padre buono e misericordioso.
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