Il rimedio alle malattie sopraindicate è lo spirito di fede. Chi ha la grazia di avere questo spirito corre e vola, sembra un carro di fuoco. Non la rattristano le umiliazioni, non la turbano le prove, non la fermano le tribolazioni, l’obbedienza non le pesa, né la fa soffrire la povertà. Queste anime si buttano a compiere il proprio dovere senza paura del sacrificio, della sofferenza né del lavoro.
Lo spirito di fede produce nell’anima questa trasformazione. Ricordiamo che la malattia della cecità, della sordità o la paralisi nelle anime religiose cominciano quasi sempre dopo alcuni anni di vita consacrata, poiché si abituano a vivere per abitudine, fanno l’abitudine alle cose anche più sante, il cui valore già non apprezzano più e invece di camminare per i sentieri sublimi e salutari della fede, la religiosa cade in una vita di consuetudini, e la principale preoccupazione è accontentare le sue inclinazioni naturali.
Vivere di fede vuol dire essere convinti e permeati delle verità cristiane. E che tali convinzioni intime e profonde si riflettano nella nostra vita, nei desideri ed aspirazioni. Ricordiamo che ogni nostro gesto è mosso da un’idea da cui prende la sua ragione di essere e il suo valore morale.
Esaminiamo i nostri gesti nei loro particolari e vedremo che essi sono mossi o dalla fede o dalle passioni da cui derivano i due cammini completamente opposti: l’uno di tenebre e l’altro di luce, la vita soprannaturale o quella naturale.
Sotto l’abito religioso portiamo un cuore con le sue passioni perverse, come l’orgoglio, l’amor proprio, la superbia, lo spirito d’indipendenza. E quante volte la sensualità si agita nelle profondità della nostra persona come un forte uragano! E mille passioni ci spingono, ci stimolano, ci eccitano e sollecitano la nostra volontà, e se ascoltiamo tale voce seducente che sale dall’intimo del nostro essere ed agiamo secondo le segrete ispirazioni della nostra natura corrotta, la nostra vita si ferma su una dimensione puramente naturale.
Siete così forti da resistere alle sollecitazioni della concupiscenza per pensare ed agire secondo i suggerimenti della fede? Se è così sarete guidate dallo spirito di Gesù e la vostra vita sarà vissuta in modo soprannaturale.
Rispondetemi: cos’è l’obbedienza senza spirito di fede? Una schiavitù, un servilismo e l’annientamento della persona, infatti non si vede nel superiore niente che ci manifesti qualcosa di divino. Al contrario. C’è spirito di fede? Il superiore è il rappresentante di Dio e se ricorro a lui e mi sottometto io non mi umilio ma mi innalzo.
Che m’importa se il suo volere cozza col mio, che non pensa come me? che importa se contraddice i miei gusti? che importa se non capisco la proibizione che mi ha imposto o gli ordini che mi ha dato?
La fede m’insegna ad obbedire al superiore, non in se stesso, né per le sue capacità o i suoi carismi, bensì perché mi rappresenta Cristo. Il superiore potrà sbagliare nel dare un ordine, ma la fede mi insegna che io non sbaglierò mai ad eseguirlo.
Le costituzioni senza fede sono delle catene che limitano la libertà, delle leggi severe che vogliono imporsi ad ogni nostra azione. Invece le costituzioni viste nell’ottica della fede sono come una carta piovuta dal cielo nella quale è impressa a caratteri cubitali, la divina volontà. Sottomettendomi ad essa non sono una schiava che si umilia ma sono una figlia che obbedisce al Suo Buon Padre e compio, in questo mondo la volontà adorabile che gli angeli sono obbligati a vivere eternamente.
Senza spirito di fede ogni azione è un muro o una barriera che ci tiene prigionieri e c’impedisce di muoverci e perfino respirare tranquillamente. Oggi lascio la preghiera; domani la lettura spirituale, il rosario, l’esame di coscienza e un giorno anche la santa comunione. Tutto mi provoca impazienza, mi diventa noioso e insopportabile invece se ho fede l’osservanza della regola è un muro che protegge la mia debolezza e l’incostanza della mia volontà dagli attacchi delle tentazioni e mi protegge. In questo modo avremo la stessa forza di Dio.
Credo che senza fede sia impossibile osservare gli obblighi della vita consacrata poiché senza dubbio il dovere diventa antipatico alla natura umana ed essa ci spinge all’insubordinazione. I nostri sensi ci spingono a cercare le comodità della vita mentre l’anima consacrata dev’essere povera e mortificata.
La natura non accetta la sottomissione mentre dobbiamo osservare le costituzioni che restano invariabili e si impossessano di noi fin dalle prime ore del giorno e non ci lasciano se non quando ci addormentiamo. Se manca lo stimolo della fede la natura prevarrà per cui addio obbedienza, carità, povertà, mortificazione, silenzio e orazione.
Ricordiamo che quando tra i rami dell’albero circola abbondante linfa, l’albero è fresco e rigoglioso, da eccellenti frutti; ma se scarseggia la linfa le foglie ingialliscono, i frutti cadono, i rami seccano e l’albero muore. Orbene la linfa divina che comunica vita all’albero, la fecondità e la vita è la fede. Quando siamo animati dalla fede le nostre opere sono piene di frutti, che al sole della carità maturano per il paradiso.
Però se manca la fede in noi dominano gli istinti naturali. Essi guidano le nostre azioni che nonostante le belle apparenze davanti a Gesù sono frutto dell’orgoglio e della superbia. Ecco perché occorre essere persone di fede per non presentarci a mani vuote davanti a Dio. Ricordiamo anche che lo spirito di fede suppone spirito di sacrificio, ossia l’offerta della nostra natura per mezzo della grazia divina. (El pan 5, 119-133)
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