La religiosa fervorosa mette tutto l’impegno per raggiungere la perfezione e s’impegna totalmente per conseguire questo risultato. È inutile dissuaderla da questo cammino; essa vi dirà: non posso riposarmi questo è tempo prezioso che Gesù mi concede perché raggiunga la perfezione della carità, dell’obbedienza, della povertà e dell’umiltà. Così la vediamo progredire continuamente, dimenticando il passato e tutta protesa verso l’avvenire per raggiungere il suo obiettivo.
Questa persona desidera la perfezione come l’avaro brama l’oro, come il superbo desidera gli onori. Gesù, che non nega a nessuno le grazie necessarie per la propria santificazione e la salvezza come si comporterà con quest’anima? Non c’è dubbio che Egli riverserà su questa persona consacrata le sue benedizioni in forma più abbondante, perché vede che desidera fare unicamente la sua divina volontà. Egli illuminerà il suo spirito, parlerà alla sua anima, fortificherà la sua volontà nella dura lotta e le concederà la vittoria.
È sicuro che se l’anima consacrata lavora dalla mattina alla sera solamente per amore al suo Dio e per realizzare quanto a lui piace può pretendere che il suo Dio la guardi con predilezione e la ricompensi per le sue fatiche.
Ricordiamo che il paradiso si conquista con violenza e quelli che la fanno su se stessi sono coloro che lo rapiscono. Ricordiamo queste parole salutari: “colui che vuole salvare la propria vita dev’essere disposto a perderla, perché chi perderà la propria vita per me la troverà”. Solo così si conquista il paradiso. Occorre che lo strappiamo con la spada per salvare la nostra anima perdendo la vita.
Tanto i santi quanto quelli che desideriamo diventarlo devono essere degli eroi: e anche se non tutti gli atti sono eroici tuttavia dobbiamo essere disposti a farli in ogni momento ma solo e unicamente per amore di Dio. Qualcuna mi domanderà: “ma quali sono questi atti eroici?”.
Sono tutti quegli atti che per l’importanza del loro oggetto, per le sue difficoltà o per la ribellione della nostra natura, esigono uno sforzo enorme della volontà. Guardiamo l’esempio di Abramo che non dubitò di sacrificare il Figlio Isacco, che tanto amava. Santa Isabella che bacia perfino le piaghe dei malati. San Francesco Saverio che si priva del piacere di dare l’ultimo saluto a sua madre. Maria Maddalena, prostrata ai piedi di Gesù, sfida la derisione dei presenti.
Credo che bastino gli esempi citati per farvi rendere conto della sublimità, della forza e del valore portato alla massima espressione e del violentissimo colpo inferto alla natura, e come i santi vincono facilmente la natura.
Molte volte siete venute a domandarmi, piene di santo entusiasmo, come fare a farvi sante, come diventare anime forti e grandi, perché la magnanimità e la costanza infatti sono queste le caratteristiche proprie degli eroi. Non vi spaventi la grande resistenza né l’ardua impresa.
Riponete il cuore in Gesù e pensate continuamente: debbo superarmi, lanciarmi alla cieca rischiando tutto per tutto. Occorre un amore forte a Gesù, un amore più forte della morte. Che si possa dire delle Ancelle dell’Amore Misericordioso come si disse di san Lorenzo: il fuoco esterno che lo bruciava non poté vincere quello interiore che lo divorava. La fiamma dell’aguzzino ottenne solo di alimentare la fiamma dell’amore e questa vinse quella.
Ogni atto eroico per piccolo che sia è sempre circondato da grande forza non fosse altro per le difficoltà e la ripugnanza che deve vincere. Non dimenticate che ci possono essere due persone consacrate che praticano lo stesso gesto virtuoso e una si spinge fino all’eroismo, mentre l’altra non va oltre un volgare atto. Ricordiamo la parola di Gesù a proposito dell’offerta della povera vedova: “in verità vi dico, questa povera vedova ha dato più di tutti”.
Molte volte mi avete chiesto, desiderose di avanzare nel cammino della perfezione: “quali occasioni possono presentarsi ad una Ancella dell’Amore Misericordioso per fare atti di virtù?”. Sopportare in silenzio una grave calunnia, un rimprovero ingiusto, un castigo immeritato, pregare per i persecutori, lasciare con rassegnazione e scrupolosamente un incarico o i luoghi a cui il cuore si sente attaccato, senza preoccuparsi di ciò che può comportare tale decisione. Essere umili nelle cose riuscite bene e pazienti nelle contraddizioni.
Fuggire immediatamente da un luogo o da compagnie che mettono in pericolo la nostra castità, tenere sempre sotto controllo la nostra persona con la mortificazione, usando varie astuzie dell’intelligenza per scuotere la nostra delicata natura, con piccole ma continue mortificazioni. Per questo facciamo del bene senza distinzione, anzi la nostra predilezione sia per coloro che ci offendono e mortificano per i più miserabili e disgraziati; riusciremo a controllare la nostra natura e a vincere ogni resistenza preferendo in ogni momento ciò che più ci costa.
Al tempo stesso è necessario che moltiplichiamo atti di eroismo nell’accettazione generosa e spontanea di quanto il Signore vuole mandarci. È questo il mezzo per acquistare familiarità con le prove più dure ed è anche il modo per riportare le più belle vittorie. Non dimentichiamo che tutti i santi hanno iniziato il loro cammino con un forte slancio. (El pan 5, 134-146)
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