Come Gesù amava parlare in parabole, perchè i suoi insegnamenti entrassero in maniera più efficace,anche la Madre Speranza, soleva prendere spunto dagli avvenimenti,per trarne fuori stimoli di riflessione. Ascoltiamo questo suo racconto:
“Ricordo che stavo a Roma, all’inizio della fondazione. C’era una suora che mi faceva soffrire perché era superficiale, mi sembrava che non stesse unita al Signore come io desideravo, mi sembrava una farfalla che girava qua e là. Io pregavo molto per questa sorella. Pregavo, si, ma a volte la pazienza mi falliva, non avevo capito bene che con lei dovevo usare più pazienza che rigore. Un giorno stavamo nella casa vecchia e le suore stavano nell’orto dove sorge la Casa Generalizia. Quel famoso giorno io ero irritata perché quella figlia me ne aveva combinato una grossa. Io mi affacciai alla finestra e, vedendola nell’orto pensai:” Se potessi andare da Lei a darle una buona lezione, ma appena torna le darò una penitenza che se la ricorderà per tutta la vita”. E’ inutile che mi dicano che non ero irritata e inoltre ero decisa a darle una forte penitenza. Ero immersa in questi pensieri, quando, vedrete che successe, figli miei, passò un uomo con un carro carico di frutta, tirato da un cavallo. Questo, mentre passava davanti alla mia finestra inciampò e cadde, causando la perdita della frutta che si sparse per terra. Quell’uomo, senza badare alla perdita, si affrettò a sciogliere le redini del suo cavallo, lo aiutò ad alzarsi da terra e con delicatezza gli accarezzava e puliva le ferite perché la polvere non le infettasse. Io contemplavo quella scena mentre aspettavo una figlia per darle una forte lezione: ero talmente presa da questo pensiero che non pensai che quella caduta del cavallo avesse qualcosa da insegnarmi. Intanto andai in estasi e dissi:” Signore, perché devo contemplare la scena del cavallo?” E Gesù:” Non ti sei accorta? Si che ti riguarda, tu stai aspettando una figlia per farle questo e quest’altro, perché questa figlia sta facendo cose che non ti sembrano buone; ed è una creatura,un’anima consacrata a me e tu ,quando viene,ti prepari a dirle tante cose e vedrai che penitenza le darai!Cosa ha fatto l’uomo col suo cavallo? Avrai notato come si è preoccupato di aiutarlo ad alzarsi e gli ha pulito bene le piaghe perché la polvere non lo infettasse,senza fermarsi a considerare la perdita causata dalla caduta. Quando tornò quella figlia, le diedi un abbraccio, perché francamente, la lezione fu così grande che non era capace di dirle niente. Il Signore, con il cavallo mi aveva insegnato che dovevo pulirle la polvere e trattarla con affetto, e aiutata con Gesù lo feci. Questo episodio mi servì moltissimo”
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